Criteri di classificazione

Tradizionalmente i composti inorganici sono stati riuniti in gruppi dalle caratteristiche omogenee in termini di comportamento chimico.

La formazione dei vari tipi di composti inorganici esistenti in natura si spiega tenendo conto delle proprietà metalliche o non metalliche degli elementi e dell'abbondante presenza nel nostro pianeta di acqua e di ossigeno, elemento estremamemente reattivo.

Dalle reazioni degli elementi tra di loro e con ossigeno e acqua derivano le seguenti classi principali di composti inorganici (v. fig. 6.1):

1. ossidi basici; 2. ossidi acidi o anidridi; 3. idrossidi; 4. acidi (distinti in ossiacidi e idracidi); 5. sali (distinti in sali degli ossiacidi e sali degli idracidi).

I vari composti sono denominati secondo un sistema di nomenclatura, cioè un linguaggio sintetico che permette di fornire informazioni sulla loro natura e la loro composizione . Attualmente in chimica si fa riferimento a due tipi di nomenclatura:

  1. la nomenclatura tradizionale, basata sulla distinzione tra metalli e non metalli, che, pur essendo efficace nel rendere conto delle proprietà chimiche dei composti, ha l'inconveniente della scarsa sistematicità;
  2. la nomenclatura razionale, o IUPAC, basata su criteri rigorosi e universali, ufficialmente adottata a livello internazionale nel 1971. La nomenclatura razionale suddivide i composti chimici in due grandi gruppi: composti binari, formati da due elementi, e composti ternari, formati da tre elementi. La tabella 6.1 A fornisce la correlazione tra questa suddivisione e quella tradizionale dei composti chimici.