Ricerca e sviluppo

L'espressione, frequentemente usata anche nella forma inglese Research & Development e in sigla (R&S o R&D), indica l'attività dell'impresa finalizzata all'innovazione della produzione. Le innovazioni possono riguardare sia le tecniche adottate per ottenere un prodotto (innovazione di processo), sia il prodotto stesso (innovazione di prodotto). Com'è suggerito dai due termini che compongono l'espressione, l'attività di R&S comprende due momenti distinti: la ricerca, rivolta soprattutto all'ideazione e alla sperimentazione di nuovi prodotti o processi, e condotta in condizioni di laboratorio; lo sviluppo, o ricerca applicata, in cui le invenzioni della ricerca assumono una dimensione economica e si trasformano in innovazioni.

Pur essendo entrambe le attività rivolte alla ricerca di novità, la prima è principalmente orientata all'approfondimento della conoscenza (strategica o puramente scientifica), mentre la seconda è prevalentemente rivolta alla ricerca di soluzioni pratiche o alla traduzione di alcuni risultati della ricerca in applicazioni commerciabili.

La R&S è una delle principali fonti di innovazione tecnologica, ma non la sola. Un'impresa può adottare una nuova tecnologia generata al proprio interno, attraverso i suoi laboratori di ricerca, ma può anche acquisirla in altri modi, tra i quali, per esempio, vari processi di apprendimento (learning by doing, learning by using), acquisizioni di macchinari che incorporano tecnologie nuove (know-how), imitazioni, contratti di licenza, accordi di collaborazione.

In termini economici, le innovazioni si possono distinguere in incrementali, riconducibili a miglioramenti qualitativi e di efficienza produttiva, e radicali, che riguardano l'introduzione di prodotti e di processi produttivi completamente nuovi e tali da produrre vere e proprie rivoluzioni tecnologiche.

La funzione R&S comprende attività di progettazione finalizzate, da un lato, alla diversificazione della produzione, e dall'altro alla soddisfazione di nuovi bisogni sorti o indotti nei consumatori. Essa deve operare in stretto collegamento con la funzione di marketing e la funzione di produzione per evitare di trovarsi impegnata a sperimentare prodotti di difficile commercializzazione.

L'attività di innovazione, nella sua accezione più ampia, potrebbe generare sia vantaggi sia svantaggi per chi la sostiene. Qualora, per esempio, l'introduzione sul mercato di un prodotto completamente nuovo, o di un nuovo processo produttivo che riduce i costi di produzione, favorisca l'impresa che li promuove per prima in termini di maggiori profitti, non è detto che questi vantaggi bastino a compensare i costi sostenuti per introdurre l'innovazione. Infatti, altre imprese potrebbero immettere sul mercato, anche in tempi brevi, nuovi prodotti che imitano quelli innovativi, senza incorrere in un cospicuo dispendio di risorse, e ciò potrebbe permettere loro di ridurre o perfino annullare il vantaggio accumulato dall'impresa innovatrice. L'impresa, pertanto, non avrebbe più l'incentivo a innovare perché verrebbe privata dei vantaggi attesi per la sua attività innovatrice. In questo modo, però, a soffrire non sarebbe soltanto l'impresa ma tutta la collettività, che perderebbe i vantaggi sociali dell'attività innovativa.

Per favorire l'attività innovativa si è reso necessario introdurre qualche strumento a difesa dell'innovatore. Lo strumento più comunemente usato per salvaguardare i diritti di proprietà dei vantaggi derivanti dall'innovazione è il brevetto.