Mercato del lavoro

Secondo la teoria microeconomica il mercato del lavoro non è concettualmente diverso da qualsiasi altro mercato. In condizioni concorrenziali, l'equilibrio si instaurerà allorché la domanda di lavoro ottimale da parte delle imprese eguaglierà l'offerta di lavoro ottimale da parte degli individui. Le quantità di lavoro domandate e offerte sono ottimali nel senso che sono quelle che rispettivamente rendono massimo il profitto dell'impresa e massima l'utilità dell'individuo.

La domanda di lavoro

Analogamente a ciò che accade per ogni altro fattore di produzione, l'impresa domanderà la quantità di lavoro che assicura l'eguaglianza fra il salario pagato all'ultimo lavoratore e il valore del prodotto aggiuntivo da questi permesso (eguaglianza fra prezzo del fattore produttivo e valore del suo prodotto marginale).

La domanda di lavoro altro non è che l'insieme dei punti che, al variare dell'occupazione, garantiscono che salario e produttività siano uguali. Dato che per ipotesi la produttività del lavoro è decrescente (postulato dei rendimenti decrescenti), la domanda di lavoro è inclinata negativamente.

In figura 13.1 è descritta la funzione di domanda di lavoro neoclassica di una impresa. Essa risulta essere decrescente in virtù dell'ipotesi di produttività marginale del lavoro (PML) decrescente: dato il livello del capitale investito e della tecnologia, ogni unità aggiuntiva di lavoro impiegata nella produzione avrà una produttività positiva, ma decrescente. La scelta ottimale da parte dell'impresa sarà quella di assumere lavoratori fino a quando la PML eguaglia il salario reale. Di conseguenza tanto è maggiore il livello del salario reale, tanto minore sarà il lavoro domandato. Il livello di capitale installato nell'impresa e la tecnologia da essa adottata influenzano, invece, la posizione della curva di domanda di lavoro. Se infatti aumenta la quantità di capitale installato, ciascuna unità di lavoro ha a sua disposizione una maggiore quantità di capitale e risulta dunque essere più produttiva. Per ogni livello del salario reale viene dunque richiesta una maggiore quantità di lavoro; ciò viene descritto graficamente con uno spostamento della curva di domanda di lavoro verso l'alto. Analogamente un miglioramento della tecnologia adottata dall'impresa aumenta il livello della PML determinando, anche in questo caso, uno spostamento verso l'alto della curva di domanda.

L'offerta di lavoro

Per quanto riguarda l'offerta di lavoro, la teoria microeconomica tratta questa all'interno della teoria del consumatore: il lavoratore-consumatore deve decidere come ripartire la sua giornata fra lavoro e tempo libero; il salario che chiede misura la sua soglia di indifferenza fra maggior consumo e maggior svago. Il salario in corrispondenza del quale un individuo è indifferente se lavorare oppure no è detto salario di riserva, il cui valore dipende normalmente dall'entità del sussidio di disoccupazione.

Supponendo che i lavoratori spendano tutto ciò che guadagnano, che la loro unica fonte di reddito sia il lavoro e che possano scegliere di lavorare un numero qualsiasi di ore, è possibile descrivere la condizione di ogni lavoratore come quella di un soggetto che deve decidere quanto consumare (cioè quanto lavorare) e di quanto tempo libero usufruire. Dato il livello del salario reale (ovvero il rapporto dei prezzi dei due beni in questione) ciascun lavoratore sceglierà la combinazione di consumo e tempo libero ottimale. Un aumento del salario reale provoca due effetti: per l'effetto sostituzione si tende a sostituire tempo libero con lavoro, per l'effetto reddito i lavoratori diventano più ricchi e desiderano consumare un maggiore ammontare di tempo libero. L'impatto complessivo di un aumento del salario reale è dunque ambiguo: quale dei due effetti prevale dipende dalla struttura delle preferenze dei lavoratori. L'evidenza empirica in materia, però, ci indica come prevalente l'effetto sostituzione (eccetto che per livelli particolarmente alti di salario) da cui una curva di offerta di lavoro crescente, così come disegnata nella figura 13.2.

In una situazione di alta disoccupazione o di disoccupazione nascosta per l'esistenza di un settore arretrato, si può pensare che per qualsiasi valore del salario che sia superiore al sussidio di disoccupazione o al livello di sussistenza, l'impresa troverà sempre individui da assumere. In tal caso l'offerta di lavoro è infinitamente elastica (la curva di offerta di lavoro è piatta) e il livello di occupazione è interamente determinato dalla domanda di lavoro.