Gli indirizzi della filosofia politica

Dall'antica Grecia a oggi la riflessione sulla politica ha accompagnato, costituendone una parte fondamentale, l'intero sviluppo storico della filosofia, dove è possibile distinguere quattro indirizzi fondamentali.

1. La filosofia politica come teoria dello Stato ideale o del politico ideale: fin dalle origini si polarizza fra la descrizione utopistica dello Stato ideale (come fa Platone nella Repubblica) e la determinazione realistica dei modi e delle strategie per migliorare lo Stato (come Aristotele nella Politica). Questa impostazione passa, attraverso la trattatistica medievale, all'età moderna con le riflessioni degli utopisti e degli "ideologi" nel '700, per giungere alle contemporanee elaborazioni di progetti di società ideale che caratterizzano i movimenti riformatori e rivoluzionari dell'800 e '900.

2. La filosofia politica come ricerca del criterio di legittimità del potere: in questo senso la filosofia politica si interroga sul perché dello Stato, i motivi che spiegano l'obbedienza che gli uomini prestano o rifiutano al potere. La capacità che il potere politico ha di imporsi sugli uomini non è infatti riducibile alla forza di coercizione di cui esso dispone, ma chiama in causa anche un principio di legittimità in grado di giustificare agli occhi di chi obbedisce il "diritto" di chi comanda. Tale principio di legittimità è stato rinvenuto in elementi diversi: nell'età antica nella natura (come sostenevano Platone e Aristotele), nella convenzione imposta con la forza o con la legge (come nella sofistica) e nel consenso (come nello stoicismo e nella repubblica romana. In età medievale si diffonde una concezione "teologica" del potere, mentre in età moderna prevale l'idea di un "patto" originario tra gli uomini (come nelle teorie contrattualistiche di T. Hobbes, J. Locke e J.-J. Rousseau).

3. La filosofia politica quale ricerca dell'essenza della politica o della "categoria del politico": si cerca di individuare l'elemento specifico che distingue l'ambito politico dagli altri ambiti dell'esperienza umana. In contrasto con il primo approccio, che mette in stretta connessione la sfera politica con quella etica e ricerca la politica ideale, questo indirizzo tende a privilegiare una considerazione fortemente realistica della politica (la politica come "è", non come "deve essere"), esaltandone l'"autonomia" rispetto alla religione, all'etica e alla stessa economia e riconducendola a leggi e dinamiche proprie (come nelle indagini di N. Machiavelli e, nel '900, di C. Schmitt).

4. La filosofia politica quale metodologia delle scienze politiche e come analisi del linguaggio politico: sorta nel '900 per influenza sia del neopositivismo e della filosofia analitica, sia del nascere di una scienza politica autonoma dall'economia e dalla morale, questa prospettiva è caratterizzata dall'impiego di metodologie empiriche e concepisce la filosofia politica come disciplina rigorosamente descrittiva e avalutativa, volta a rendere chiari i concetti, i tipi di discorso, le procedure che caratterizzano il linguaggio politico e fornire metodiche rigorose da utilizzare nella ricerca empirica.