I fisici pluralisti: Empedocle e Anassagora

I fisici pluralisti

Dopo la riflessione di Parmenide sull'essere non è più possibile individuare un solo principio che, attraverso il mutamento, conduca alla molteplicità. Del resto, però, non è accettabile neanche la tesi della scuola eleatica (la cosiddetta "aporia eleatica", cioè contraddizione) che interpreta il mondo sensibile, diveniente e mutevole, come assoluto non essere, dal momento che ciò è in contrasto con quanto attestano i sensi. Il problema di fondo della speculazione dei fisici pluralisti è, quindi, quello di tener fermo il principio parmenideo sull'essere ("l'essere è e non può non essere") e, al tempo stesso, "salvare i fenomeni" nella loro molteplicità e nella loro possibilità di essere oggetto di una conoscenza rigorosa. Pertanto i pluralisti postulano l'esistenza di più principi, che in sé mantengono le caratteristiche dell'essere parmenideo, ma mescolandosi danno luogo alla molteplicità delle cose; il che equivale a dire che l'essere è costitutivamente e originariamente molteplice.