Etica del discorso ed etica della responsabilità: Apel, Habermas e Jonas

Hans Jonas

Il filosofo tedesco Hans Jonas (Mönchengladbach 1903 – New York 1993), allievo di Heidegger a Marburgo e amico di H. Arendt, poi emigrato in Inghilterra, Palestina, Canada e Stati Uniti per sfuggire la persecuzione antiebraica nazista, è intervenuto originalmente nel dibattito sulla razionalità apertosi in area tedesca alla luce soprattutto del confronto con le filosofie morali di Aristotele e Kant. Dopo aver studiato lo gnosticismo antico, affrontato sulla scia di Bultmann (La religione gnostica, 1958) ed aver elaborato una filosofia della biologia su basi neoaristoteliche (Il fenomeno della vita, 1966), con la sua opera di maggior risonanza (Il principio di responsabilità. Saggio di un’etica per la civiltà tecnologica, 1979) è approdato infine a una riflessione etica e bioetica sulla libertà e le responsabilità dell’agire nel mondo tecnologico, in relazione sia ai destini dell’umanità sia alla salvaguardia del "non-umano" naturale. Il filo conduttore del suo itinerario è la convinzione che nel rapporto alienato dell’uomo con la natura vada ricercata una delle prime cause della crisi della civiltà occidentale. Con l’avvento della tecnologia si creano le condizioni affinché tale conflitto possa sfociare sia nell’irreversibile alterazione della condizione umana, attraverso l’ingegneria genetica, sia nella distruzione dell’equilibrio della biosfera. Di qui la necessità di assumersi nuove responsabilità, modellandole sull’archetipo della relazione naturale e non-reciproca padre-figlio. Il bambino è l’essere naturale più vulnerabile e proprio perciò rappresenta il polo di riferimento primario del principio che intende regolare ed estendere la responsabilità morale, per un verso, nei confronti delle future generazioni, la cui possibilità di un’esistenza autentica è minacciata dalle odierne potenzialità nichilistiche della tecnica, e per l’altro verso in rapporto alla sfera del non-umano, incapace di difendersi dall’opera di distruzione sistematica messa in atto nei suoi confronti. Contro l’irrazionalismo e il nichilismo morale, il “principio responsabilità” di Jonas intende porsi come la riformulazione dell’imperativo categorico di I. Kant in termini attuali: "Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra". Esso segna così, nel contempo, il punto teorico più avanzato raggiunto dalla recente etica ambientalistica.