Gabriel Marcel

Gabriel-Honoré Marcel (Parigi 1889-1973) nel 1929 si converte al cattolicesimo, quando ha già elaborato una riflessione sull'esistenza umana, che lo porta a leggere Jaspers.

Marcel polemizza con le filosofie razionalistiche per le quali è possibile comprendere la realtà tutta e l'uomo stesso attraverso concetti e definizioni logiche. All'origine di questo atteggiamento sta, per Marcel, la scissione operata da Cartesio tra il soggetto (il cogito, v. a p. 175), fonte di chiarezza e principio di razionalità, e l'oggetto: il soggetto detta le regole della comprensione delle cose, come fosse una luce che illumina il mondo. La distinzione tra soggetto e oggetto corrisponde tuttavia a una finzione, utile nell'ambito scientifico, ma assai pericolosa se non ricorda di continuo di essere il frutto di una originaria e illegittima separazione. Bisogna invece recuperare la profonda unità di soggetto e oggetto, a partire da ciò che è più vicino a me, dal mio corpo. Il rapporto di coinvolgimento tra me e il mio corpo è il segno della "situazione fondamentale" dell'uomo, l'esistenza o "incarnazione", a partire dalla quale ci si pone la domanda sul significato dell'essere.

Il mistero dell'essere

Nel Mistero dell'essere (1951) l'essere è presentato non come un problema da risolvere a tavolino, ma come un "mistero" non definibile concettualmente, che non si può possedere o controllare e che richiede di essere riconosciuto come qualcosa che ci supera e a cui dobbiamo prestare ascolto. Ascoltare l'essere non è una forma di passività, ma di attività, che si traduce in azioni concrete di unione, come la fiducia e l'amore, anziché di rottura e di separazione.

L'atteggiamento contrario è la tendenza ad "avere", a possedere (le cose, gli altri e la mia stessa vita), così che l'esistenza dell'uomo è drammaticamente in conflitto tra l'essere e l'avere, e richiede una scelta (Essere o avere, 1935).