Wittgenstein e il-neopositivismo

In sintesi

WittgensteinWittgenstein non condivide l'interpretazione neopositivista del suo Tractatus logico-philosophicus, letto come la riduzione della filosofia alla logica.
Lo scopo del "Tractatus"Il suo intento è piuttosto quello di mostrare che la formulazione dei problemi filosofici "si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio". Allora la pretesa di esprimere i valori dell'estetica e della morale mette capo a proposizioni prive di senso.
I limiti del linguaggioCiò non comporta una svalutazione nichilistica della metafisica e della morale: per Wittgenstein ciò che più importa non si può dire, perché i limiti del linguaggio sono i limiti stessi del mondo.
Il "secondo" WittgensteinProprio la riflessione sul linguaggio induce Wittgenstein a una revisione delle tesi del Tractatus.
I giochi linguisticiIl linguaggio è in realtà intessuto di pratiche e di sensi eterogenei: Wittgenstein chiama giochi linguistici quelle famiglie di espressioni che governano il parlare degli uomini. La "sensatezza" che il Tractatus ravvisava nelle proposizioni rispecchianti i fatti del mondo è ora estesa ai vari giochi linguistici che gli uomini praticano.
SchlickInizialmente per Schlick il significato di un enunciato consiste nel suo riferimento a un fatto o a un dato empirico. Dopo la lettura del Tractatus di Wittgenstein si orienta verso la questione delle condizioni di significanza per gli enunciati e verso il problema della struttura e del fondamento della conoscenza scientifica.
Il principio di verificazioneEgli enuncia il principio di verificazione empirica degli enunciati, che porta a riconoscere come prive di senso gran parte delle proposizioni della filosofia tradizionale e risolve la filosofia nell'analisi del linguaggio delle proposizioni scientifiche.
L'eticaProcede, inoltre, alla chiarificazione dei concetti etici per liberare anche il mondo morale da espressioni e questioni senza senso.
CarnapNella Costruzione logica del mondo Carnap vuole ricostruire razionalmente la realtà a partire da alcuni concetti fondamentali, che corrispondono ai dati immediati, elementi vissuti ed elementari dell'esperienza.
Gli "enunciati protocollari"In seguito abbandona il riferimento a questi dati elementari, affermando che ciò da cui parte la scienza sono gli enunciati protocollari, proposizioni convalidate da dati sottoponibili a un rigoroso controllo intersoggettivo.
Il principio di convenzionalitàNon esiste un unico linguaggio valido, ma tanti quanti se ne vogliono elaborare in base a determinate regole sintattiche (principio di convenzionalità).
La confermabilitàCarnap abbandona la verificabilità come unico criterio di significanza degli enunciati, sostituendola con un requisito più debole: la confermabilità.
Dalla sintassi alla semanticaNelle opere successive liberalizza ancora di più le proprie posizioni, affermando che il linguaggio è un sistema di atti e comportamenti, il cui significato si determina in relazione a ciò che i soggetti intendono esprimere (semantica).