Il vero e il fatto

Il fondamento filosofico di queste critiche è esposto nel De antiquissima Italorum sapientia (Dell'antichissima sapienza italica, 1710). Esso è dato dalla dottrina del verum-factum: "Norma del vero è l'averlo fatto".

Vico è convinto che il vero sia la stessa cosa del fatto e che quindi sia possibile aver scienza solo di ciò che si è in grado di fare o rifare. Posto questo principio, la conoscenza autentica della natura e dell'essere umano può essere soltanto di Dio, che ne è il creatore. In questi campi perfino il metodo cartesiano non può portare l'uomo a un sapere vero, ma solo a una conoscenza del "verisimile". Chiarezza e distinzione possono essere raggiunte dall'uomo solo nella geometria e nella matematica, i cui oggetti sono opera sua.