Baruch Spinoza

Baruch Spinoza (Amsterdam 1632 - L'Aia 1677) è uno dei grandi protagonisti del dibattito sui problemi metafisici suscitati dalla filosofia cartesiana. Di famiglia ebrea portoghese costretta a emigrare in Olanda, perfeziona la sua educazione ebraica studiando la matematica e il latino, che gli permettono l'incontro decisivo con le opere di Francesco Bacone, Cartesio e Hobbes. Nel 1670 pubblica, anonimo, il Tractatus theologico-politicus, che viene proibito dal governo nel 1674. Nel 1675, per timore dell'odio dei teologi, Spinoza ritira la stampa dell'Ethica more geometrico demonstrata (L'etica dimostrata secondo l'ordine geometrico), già consegnata al proprio editore.

L'orizzonte della filosofia spinoziana

Nel Breve trattato su Dio, l'uomo e la sua beatitudine (1862, postumo) Spinoza espone la sua visione panteistica. Dio, ossia la Natura, è l'unica Sostanza di tutte le cose, prodotte non mediante intelletto e volontà ma per sola necessità della natura divina; le cose non costituiscono sostanze a sé, ma permangono nell'unica Sostanza divina come suoi "modi" o manifestazioni. I modi si distinguono dalla Sostanza come ciascuna onda del mare si distingue dall'intero mare, pur essendo costituita dalla medesima acqua. La Sostanza unica è causa di sé ed è la forza costitutiva di tutto ciò che esiste, in se stessa neutra e indeterminata e dunque tale da esprimersi indifferentemente e simultaneamente secondo tutte le caratteristiche dell'essere, da Spinoza chiamate "attributi". Alla Sostanza assolutamente infinita competono dunque infiniti attributi, ciascuno dei quali è infinito nel suo genere, ma l'uomo può conoscerne solo due, pensiero ed estensione, poiché egli stesso è espresso nelle loro modalità, che sono mente e corpo. In natura non si danno né bene né male in senso assoluto: sono questi concetti relativi a ciò che l'uomo giudica come utile o nocivo per sé. Da qui deriva l'assoluta importanza che Spinoza assegna alla conoscenza adeguata, unico mezzo di libertà e beatitudine: infatti la perfezione umana si fonda sulla conoscenza dell'intelletto, che oltrepassa sia l'opinione, legata ai sensi, sia la ragione, che coglie i nessi tra gli oggetti e le idee. La conoscenza intellettiva è intuitiva e permette di sentire e vedere che tutto in Dio si muove e si svolge dal momento che l'intelletto umano è parte dell'intelletto infinito di Dio, a cui può unirsi con amore stabile.

L'"Etica dimostrata secondo l'ordine geometrico"

Gli argomenti del Breve Trattato sono riformulati nell'Etica dimostrata secondo l'ordine geometrico, divisa in cinque parti, aventi per oggetto Dio, la mente umana, la natura e l'origine degli affetti, la schiavitù dell'uomo rispetto alle passioni, la libertà. L'opera adotta un nuovo metodo espositivo, che deduce e concatena le proposizioni conseguenti in ordine geometrico, cioè su principi assunti in base alla regola dell'evidenza. Una delle conquiste fondamentali è la dottrina dell'immaginazione, concepita come forma di rappresentazione regolata da leggi e pertanto possibile oggetto di scienza. È su tale nuova dottrina che viene fondata la possibilità di una indagine scientifica degli affetti, considerati come forze neutre determinate, parti della forza infinita costituente la Sostanza, che si esprimono simultaneamente sotto gli attributi del pensiero e dell'estensione. Pertanto gli affetti possono essere assunti non solo come essenza dell'uomo, ma propriamente come la realtà stessa dell'uomo.

Teoria del diritto e dottrina politica

Dall'assunto generale del diritto come espressione della forza ("ognuno ha tanto di diritto quanto ha di forza"), si tratti del diritto naturale o di quello positivo, deriva l'impossibilità per la società di rinunciare completamente al diritto naturale. Vi sono alcuni diritti naturali a tal punto costitutivi della natura umana che rinunciare a essi è impossibile senza rinunciare alla stessa umanità: tra questi, il diritto alla libertà di pensiero e di parola.

Dimostrare che la salvaguardia di tali diritti è condizione dell'ordine e della pace dello Stato è uno dei fini principali del Tractatus theologico-politicus, oltre a quello di mostrare, attraverso l'elaborazione di un metodo razionale di interpretazione della Sacra Scrittura, che la verità rivelata non è affatto difforme dalla verità che l'intelletto naturale può conquistare con le sole sue forze.

Spinoza dedica le sue ultime energie a una rinnovata meditazione intorno alla politica. Il Tractatus politicus (1677), con un metodo di indagine realistico che considera gli uomini "come sono" e non "come devono essere", analizza i tre principali regimi di governo che la storia ha prodotto: la monarchia, l'aristocrazia e la democrazia. Nessuno di questi è, astrattamente e per sé, migliore degli altri, ma conveniente a ciascun paese in diversi momenti storici. Tuttavia, la preferenza di Spinoza va al regime democratico, perché esprime meglio la natura dello Stato come potere collettivo ed è più vicino alla condizione naturale degli uomini.