Il sistema industriale

La seconda rivoluzione industriale

La seconda rivoluzione industriale, destinata anch'essa a durare un secolo prolungandosi fino agli anni '70 del '900, si apre con l'avvio dell'industrializzazione in nuovi paesi, innanzitutto Germania, Giappone e Italia, e con l'ascesa degli Stati Uniti a potenza regionale in America, mentre l'europeizzazione del mondo si completa attraverso l'ultima fase coloniale, chiamata dagli storici età dell'imperialismo . All'epoca la potenza egemone è la Gran Bretagna, la cui moneta, la sterlina, è comunemente accettata accanto all'oro nel regolamento delle transazioni commerciali internazionali (gold exchange standard). A cavallo tra XIX e XX secolo si consolida il predominio dell'industria pesante (la produzione d'acciaio aumenta di quasi 80 volte tra il 1880 e il 1913), si sviluppa l'edilizia grazie all'introduzione del cemento armato (1893), e sono poste le basi di un nuovo slancio economico da una raffica d'innovazioni tecnologiche: dal motore a scoppio all'automobile (1884-85), dal telefono (1871-76), alla lampadina (1879), al telegrafo senza fili (1897), all'aeroplano (1903).

Il passaggio dall'economia agricola a quella industriale è rilevato dai conti economici americani già a fine '800 (tab. 3.4.1), quando in aggiunta diventa evidente la tendenza alla contemporanea espansione del terziario.Tra i settori trainanti del nuovo ciclo economico, emergono l'industria chimica, quella elettrica, la metalmeccanica, quest'ultima orientata alla produzione di beni di consumo di massa: macchine per cucire, elettrodomestici, automobili.Come fonte d'energia, il carbon fossile è gradualmente soppiantato dal petrolio, i cui consumi sono indotti inizialmente dall'avvento di nuovi mezzi di trasporto, quali gli autoveicoli e gli aerei.La diffusione di tali mezzi genera inoltre la domanda di nuove infrastrutture (strade asfaltate, gallerie, viadotti, aeroporti), che a sua volta si riverbera sul comparto delle opere pubbliche, sull'industria delle costruzioni e sulla siderurgia.

Dalla siderurgia parte negli Stati Uniti, nel 1911, mondiale, la tendenza a intensificare i ritmi della produzione industriale tramite la cosiddetta "organizzazione scientifica del lavoro" (nota anche, dal nome del suo ideatore, come taylorismo) consistente in una parcellizzazione sempre più spinta delle mansioni manuali, per cui ciascun operaio compie pochi e semplice movimenti nella catena produttiva. Questa divisione del lavoro s'interseca con le innovazioni organizzative introdotte nell'industria automobilistica, sempre americana, da Henry Ford nel 1912-13 ( standardizzazione dei componenti, catena di montaggio e produzione in serie), ponendo le basi dello sviluppo industriale, ma non solo, di gran parte del '900. Di fatto, il processo di razionalizzazione produttiva investe anche l'agricoltura: l'impiego di macchine agricole e del trattore, che inaugurano la meccanizzazione, la motorizzazione delle campagne, e l'introduzione su larga scala di applicazioni chimiche (fertilizzanti, pesticidi, diserbanti) e biologiche (ibridi vegetali e animali) tendono sempre più ad assottigliare le differenze tra azienda contadina e azienda industriale.

Tra le guerre mondiali, ma soprattutto nel secondo dopoguerra la commistione tra capitali industriali e finanziari favorisce la centralizzazione e la concentrazione delle imprese, con la conseguente formazione di colossi industriali un po' in tutti i comparti, ma soprattutto in quello chimico e automobilistico, gettando le premesse di quelle che diverranno le multinazionali di fine secolo (figure 3.4.1 e 3.4.2).L'insieme di questi e altri fattori, mentre determina l'avvento della società di massa, quindi della cosiddetta civiltà dei consumi, produce un accentuato gigantismo urbano, che coincide nella sua fase più avanzata con la nascita delle megalopoli, come si è visto nel capitolo 3.3.Nel frattempo i connotati geoeconomici e politici del pianeta sono profondamente mutati.
La decolonizzazione ha creato una fascia di paesi in cui si evidenziano i forti squilibri demografici, economici e territoriali generatisi lungo il processo d'industrializzazione. Il consolidamento del primato degli Stati Uniti coincide con lo sganciamento del dollaro, la nuova moneta internazionale, dall'oro (1971), mentre all'alternarsi di politiche commerciali protezioniste e liberiste, che ha connotato gran parte del '900, subentra un'epoca di progressiva liberalizzazione degli scambi e dei movimenti di capitali, preludio del mercato globale.

 

Tabella Tabella 3.4.1 Evoluzione dei settori economici degli Stati Uniti dal 1850 al 1935 (in Mld di $ e in % in rapporto al reddito nazionale)

annisettore primariosettore secondariosettore terziaroredditi immobiliaritotale
18500,7650,4570,9930,1702,385
 32%19%42%7%100%
18701,7801,7503,1950,4457,170
 25%24%45%6%100%
19003,6905,7158,5601,40019,365
 19%30%44%7%100%
19209,00022,10036,9004,40072,400
 12%31%51%6%100%
19354,70013,40031,6003,00052,700
 9%25%60%6%100%