Gli attori della scena mondiale

Gli Stati

Il sistema politico ed economico mondiale si basa in primo luogo sulle relazioni internazionali tra Stati, è innanzitutto sistema di Stati. Gli Stati territoriali sovrani quali li concepiamo oggi, così come il sistema delle relazioni internazionali centrato sui rapporti tra Stati sono una creazione di matrice europea e, tutto sommato, abbastanza recente, che risale non oltre l'Età moderna e si colloca, nelle sue versioni "nazionali", tra il XIX e il XX secolo.

  • La frammentazione politica

Gli Stati attualmente esistenti al mondo sono circa duecento (192, per l'esattezza), gran parte dei quali sono sorti nel XX secolo, e in particolare negli ultimi quarant'anni. Se prendiamo come base di riferimento gli Stati presenti alla vigilia del primo conflitto mondiale (54 nel 1914), costatiamo infatti come il loro numero cresca di un terzo nell'immediato secondo dopoguerra (83 nel 1948), quindi in circa 35 anni, per più che raddoppiare nel trentacinquennio seguente (170 Stati nel 1984). Va detto che l'eccezionale proliferazione di Stati di questa fase avviene esclusivamente nei continenti extraeuropei per effetto della tumultuosa stagione della decolonizzazione, culminata negli anni '60 e '70 del '900 e considerata uno dei fattori d'instabilità del quadro politico internazionale contemporaneo.

Una nuova fase di frammentazione politica, i cui sviluppi sono ancora in atto, è quella inaugurata tra il 1989 e il 1991 dalla caduta del muro di Berlino e dalla dissoluzione del blocco sovietico. In appena cinque anni, tralasciando la riunificazione della Germania in Europa e l'unificazione dei due Yemen in Asia, nascono ben 25 Stati, nella quasi totalità prodotti dallo scioglimento dell'URSS (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Estonia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan), dal "divorzio" tra Repubblica Ceca e Slovacchia (capitale Slovacchia), e dalla disintegrazione della Iugoslavia (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Slovenia).

A differenza della fase precedente, relegata perlopiù alla periferia del pianeta, ora il fenomeno investe direttamente uno dei suoi centri nevralgici, il continente europeo, e rimette in questione gli equilibri strategici, geopolitici ed economici globali usciti dal secondo dopoguerra.

 

  • La dimensione territoriale e demografica

Un secondo aspetto relativo agli Stati riguarda il loro rango in termini di gerarchie territoriali e/o demografiche, di peso economico, o di potenza militare. In base alle dimensioni territoriali solitamente si distinguono almeno cinque categorie di Stati. La prima è quella dei megastati (con una superficie superiore al milione di chilometri quadrati): 29 in tutto, ossia poco più d'un sesto del totale degli Stati, ma la cui sovranità si estende sul 77% delle terre emerse, Antartide esclusa, e sul 63% degli abitanti del globo. Nella seconda e terza categoria rientrano gli Stati grandi (tra il milione e 500.000 km2), 19, e gli Stati medi (tra i 500.000 e i 100.000 km2), 56 (fra i quali l'Italia): nel loro insieme coprono un quinto della superficie terrestre e un terzo della popolazione mondiale. Il restante quasi 2% di superficie, con il 5% di popolazione, è frazionato tra 44 Stati piccoli (tra i 100.000 e i 20.000 km2) e 42 Stati minimi o ministati (con meno di 20.000 km2). All'interno di quest'ultima categoria è possibile individuare un sottogruppo di 25 Stati ancor più piccoli, per cui è stato coniato l'appellativo di microstati, le cui ridottissime dimensioni spaziali (al di sotto dei 1000 km2) oltrepassano la soglia, almeno in linea teorica, dell'autosufficienza politica ed economica. In realtà, come vedremo più avanti, proprio per la loro marginalità territoriale molti ministati e microstati svolgono un ruolo "connettivo" rilevante nel circuito delle relazioni economiche globali.

Una percezione immediata dell'enorme scarto di scala territoriale e demografica esistente all'interno della comunità internazionale si può ottenere raffrontando i valori relativi ai primi dieci Stati in termini di superficie e popolazione (tabb. 1.1.1 e 1.1.2) con i corrispondenti valori degli ultimi dieci microstati (tabb. 1.1.3). Il divario è tanto più macroscopico se si assume come criterio discriminante quello delle dimensioni demografiche. In proposito bastano un paio di dati: il 60% della popolazione mondiale si concentra in 10 Stati con oltre cento milioni d'abitanti (Cina, India, USA, Indonesia, Brasile, Pakistan, Russia, Bangladesh, Giappone e Nigeria), i quali occupano un territorio pari al 40% della superficie abitata del pianeta.

 

  • La dimensione economica e politica

Ma la vera cartina di tornasole che evidenzia la forte verticalizzazione del sistema di Stati contemporaneo è data dalle statistiche relative al Prodotto nazionale lordo (PNL) del 1999 delle dieci maggiori potenze economiche del mondo (tab. 1.1.4). Posto che su di un prodotto lordo mondiale complessivo di poco più di 29.000 miliardi di dollari questi dieci Stati da soli incidono per oltre il 70%, (con gli USA in posizione egemone con quasi un terzo del reddito di tutto il mondo), va rilevato che i primi sei di tali Stati, insieme con il Canada, formano il cosiddetto G7 (Group Seven, il Gruppo dei Sette), un vero e proprio direttorio politico economico mondiale, in parte allargato, per la trattazione di alcuni temi d'importanza generale, alla Russia (G8).Se in questa ristretta pattuglia includiamo anche il gigante Cina, abbiamo tutti gli elementi per identificare il nucleo di Stati dominante sul sistema mondo: le 7 maggiori potenze industriali (USA, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Canada), le 5 maggiori potenze militari dotate di armamemnto atomico, il cosiddetto club nucleare (USA, Russia, Francia, Regno Unito e Cina), che sono poi le stesse potenze uscite vincitrici dal secondo conflitto mondiale e che, come tali, sono anche i massimi decisori politici nel campo delle relazioni internazionali in qualità di membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU dotati di diritto di veto.Pur sotto forme diverse e in un contesto radicalmente diverso, la struttura di fondo del sistema degli Stati ha mantenuto una straordinaria continuità con l'epoca, ormai per noi remota, di Arnold Toynbee.

Tabella Tabella 1.1.1 Giganti territoriali (stima ONU 2000)

numero d'ordinestatisuperficie (km2)
1Russia17.075.400
2Canada9.670.610
3Cina9.596.986
3USA9.372.674
5Brasile8.547.393
6Australia7.682.300
7India3.287.263
8Kazakistan2.724.900
9Sudan2.503.000
10Argentina2.381.767
Tabella Tabella 1.1.2 Giganti demografici (stima ONU 2000)

numero d'ordinestatipopolazione
1Cina1.277.558.000
2India1.013.661.000
3USA278.357.000
3Indonesia212.108.000
5Brasile170.116.000
6Pakistan156.484.000
7Russia146.934.000
8Bangladesh129.155.000
9Giappone126.714.000
10Nigeria111.506.000
Tabella Tabella 1.1.3 Nani territoriali (stima ONU 2000)

numero d'ordinestatisuperficie (km2)
1Vaticano, Citt� del0,440
2Monaco1,950
3Nauru21
3Tuvalu23,960
5San Marino61
6Liechtenstein160
7Marshall181
8St. Kitts e Nevis269
9Maldive298
10Malta316
Tabella Tabella 1.1.4 Giganti economici (dati World Bank/ONU 1999)

numero d'ordinestatipnl (milioni $ USA)
1USA8.350.067
2Giappone4.047.121
3Germania2.079.384
3Francia1.427.443
5Regno Unito1.338.250
6Italia1.136.262
7Cina974.665
8Brasile734.100
9Canada591.269
10Spagna551.740