Le gerarchie geoeconomiche

Dal bipolarismo al postcomunismo

Sino a poco più di una decina d'anni fa il mondo appariva come una grande costruzione geometrica ripartita in aree ben definite secondo la disposizione dei quattro punti cardinali: nord-sud, est-ovest. La divisione principale percorreva i meridiani lungo l'asse Est-Ovest (con le maiuscole!) che segnava idealmente, ma anche molto concretamente, la linea di demarcazione e di confronto tra i paesi socialisti (URSS e Cina in testa), l'est, e, a ovest, i paesi industrializzati a economia capitalistica (Stati Uniti ed Europa occidentale in testa). I due emisferi, non erano perfettamente simmetrici (a ovest esisteva, e continua a sussistere, l'anomalia di Cuba), ma erano ben separati da barriere fisiche, come la "cortina di ferro", col muro di Berlino, in Europa, o la "cortina di bambù", in Asia orientale e sudorientale.

L'asse Est-Ovest connotava il mondo dei sistemi politico-economici e dei blocchi militari contrapposti, il mondo del bipolarismo, dominato dalla competizione per la supremazia politico-militare delle due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, e retto sul precario equilibrio della deterrenza nucleare, della possibilità, cioè, sempre presente di un conflitto atomico totale, capace di annientare più e più volte il pianeta. La contrapposizione Est-Ovest è svanita, come si sa, tra il 1989 e il 1991, lasciando dietro di sé una situazione incerta e piena d'incognite, tanto più che alcuni tra suoi protagonisti maggiori, come la nuova Russia e la Cina, sempre socialista, continuano a occupare una posizione di rilievo sulla scena internazionale.

Con ciò è venuta in primo piano la seconda grande partizione del mondo, quella che corre lungo la direttrice Nord-Sud (sempre con le maiuscole!) e che oppone schematicamente, come vedremo tra poco, la ristretta cerchia dei paesi industrializzati più ricchi, in prevalenza situati nell'emisfero nord del pianeta, alla massa dei paesi in condizioni economiche più precarie o disagiate, se non di vera e propria povertà, localizzati perlopiù nell'emisfero sud.Il mondo globalizzato d'inizio 2000, dopo aver accantonato, se non scongiurato, le vecchie fratture e gerarchie politiche, si prospetta dunque fortemente semplificato e appiattito, focalizzato com'è intorno a problematiche meramente economiche e a pure differenze di tipo quantitativo? Le cose stanno così, ma solo in parte, perché, come sempre, il presente porta in sé le sedimentazioni del passato e i germi del futuro. La moltiplicazione di etichette sotto le quali si è tentato e si tenta di catalogare la realtà odierna esprime tutta l'incertezza e la difficoltà di questa tensione e di questo sforzo.