Le gerarchie geoeconomiche

Nuove categorie

Nell'ultimo terzo del XX secolo nuovi fattori tendono a ridisegnare la fisionomia geoeconomica e politica del mondo. Da una parte si ha un graduale ma costante processo di differenziazione e ridistribuzione delle gerarchie interne ai paesi del Terzo Mondo (si pensi a Israele, da tempo annoverato tra i paesi industriali), dall'altra un processo per alcuni aspetti analogo avviene nei paesi dell'emisfero nord investiti dalla bufera postcomunista .

 

  • Paesi emergenti

Per quanto riguarda il Terzo Mondo, mentre si allarga il novero dei paesi più poveri del Quarto Mondo, stanno anche via via affiorando almeno tre categorie di Stati i cui livelli di sviluppo si avvicinano a quelli delle economie più avanzate, fin quasi a configurare quello che potremmo definire, con un bisticcio di parole, il Nord del Sud del mondo. Una prima categoria di paesi riguarda gli Stati a rendita petrolifera (Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Brunei, Emirati Arabi Uniti, Gabon, Iran, Iraq, Indonesia, Kuwait, Libia, Oman, Nigeria, Venezuela ecc.), i cui redditi cominciano a essere contabilizzati a parte in alcune statistiche internazionali soprattutto dopo la crisi energetica dei primi anni '70. Una seconda categoria è quella dei cosiddetti nuovi paesi industriali o NIE (Newly Industrialized Economies), così chiamati a partire dalla metà degli anni '80. Si tratta delle cosiddette " quattro tigri " dell'Asia orientale (Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan e Singapore), connotate da sostenuti ritmi di crescita economica e da una forte presenza sul mercato internazionale. Alla stessa categoria, pur con tassi di crescita un po' meno elevati, sono ascritti anche Filippine, Indonesia, Malaysia e Thailandia, definiti dalla stampa come i "quattro dragoni " del Sudest asiatico. Il paese senz'altro a più rapida industrializzazione dell'Asia, se non del mondo, è la Cina, con un tasso costante di crescita a due cifre per oltre un decennio e in procinto, dopo l'annessione di Hong Kong e Macao, di ricoprire un ruolo leader mondiale anche in campo economico. La terza categoria di paesi emergenti è alquanto composita, abbracciando Stati di grandi dimensioni che dispongono di una forte base agricola e/o mineraria e un discreto apparato industriale (Argentina, Brasile, India, Messico e Sudafrica), o che sono in una fase di decollo industriale più o meno avanzato (Bangladesh, Egitto, Pakistan, Turchia), piccoli Stati a elevato reddito (Cile, Uruguay), ma anche ministati e dipendenze con un forte sviluppo nel settore terziario legato ad agevolazioni fiscali (Bahama, Bermuda, Isole Cayman, Antille Olandesi), al turismo (Maurizio, Seicelle, Trinidad e Tobago) o ad altri fattori (Macao, Swaziland).

 

  • Paesi in transizione

La disintegrazione del blocco sovietico e dell'URSS a cavallo degli anni '80 e '90 ha comportato una riclassificazione dei paesi e dei territori che ne facevano parte secondo una nuova categoria statistica rubricata sotto l'etichetta di paesi in transizione (Countries in Transition), sottinteso dall'economia pianificata all'economia di mercato . Aldilà della loro ripartizione geografica (tab. 1.2.1), tutti questi paesi, salvo la Mongolia, dovrebbero rientrare, stando allo schema del Rapporto Brandt, nel Nord del mondo. Se si accoglie tuttavia il criterio della ONU di considerare come paesi in via di sviluppo, quelli che non oltrepassano un reddito medio annuo pro capite di 9000 dollari USA, allora, la totalità dei paesi in transizione, Slovenia esclusa, cadrebbe al di sotto della linea di demarcazione tra sviluppo e sottosviluppo. Le cose non migliorerebbero di molto anche assumendo criteri meno restrittivi e abbassando la soglia di reddito pro capite intorno ai 3000 dollari: nell'emisfero Nord passerebbero allora anche Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Polonia, capitale Slovacchia e Ungheria, mentre Russia, Ucraina e altri Stati di dimensioni ragguardevoli, con un apparato industriale e tecnologico di tutto rispetto, per quanto in parte obsoleto, per non parlare dell'attrezzatura militare e aerospaziale, continuerebbero a essere relegati nel Terzo Mondo.

 

Tabella Tabella 1.2.1 Paesi in transizione per regione

europa centrale e orientalerussiatranscaucasia e asia centrale
AlbaniaLituania RussiaArmenia
BielorussiaMacedoniaAzerbaigian
Bosnia ErzegovinaMoldaviaGeorgia
BulgariaPoloniaKazakistan
Ceca, RepubblicaRomaniaKirghizistan
CroaziaSlovacchiaMongolia
EstoniaSloveniaTagikistan
IugoslaviaUcrainaTurkmenistan
LettoniaUngheriaUzbekistan