Le origini e le canzoni di gesta

I cicli

Le canzoni di gesta, tra le quali svetta per valore artistico la celebre Chanson de Roland, si suddividono in tre grandi cicli, unificati da una figura dominante o da una tematica prevalente. Vi è poi il cosiddetto ciclo classico, in cui gli ideali e le modalità espressive delle canzoni di gesta vanno modificandosi a contatto con la nuova forma del romanzo cortese.

 

Il ciclo carolingio

Il ciclo carolingio, imperniato intorno alla figura di Carlomagno, celebra le sue gesta, ovvero le guerre contro gli infedeli di Spagna, Sassonia, Italia, Bretagna e Palestina, quelle dei suoi fedeli paladini (Orlando in primo luogo) e quelle ancora d'altri sovrani suoi predecessori e successori, sì da costituire una sorta di storia poetica dell'impero carolingio. La Chanson de Roland (Canzone di Orlando) è il capolavoro e la più antica canzone del ciclo, a cui appartiene una ventina d'altri poemi. Si ricordano: Berthe au grand pied (Berta dal gran piè, la madre di Carlomagno), Mainet (Il piccolo Carlomagno), La Chanson d'Aspremont (La canzone di Aspromonte), Le pèlerinage de Charlemagne (Il pellegrinaggio di Carlomagno), Aiquin (sulla conquista della Bretagna da parte di Carlomagno), Les Saisnes (I Sassoni), Otinel, Fiérabras, tutte della seconda metà del secolo XII o dell'inizio del XIII.

 

Il ciclo di Doon de Mayence

Il ciclo è unificato dal tema della guerra feudale. Le canzoni, che risalgono all'ultimo terzo del secolo XII e all'inizio del XIII, cantano le gesta di Doon de Mayence (Dudone di Maganza) e dei grandi feudatari in lotta fra loro o contro il re: Gormont et Isembart, Doon de Mayence, La chevalerie Ogier, Renaut de Montauban, Raoul de Cambrai, Girart de Roussillon. Centrale il tema della "desmesure", ovvero l'eccessivo orgoglio feudale; il valore dei cavalieri viene esaltato purché si sottometta all'ordine e alla gerarchia feudale.

 

Il ciclo di Garin de Monglane e le altre "chansons" della crociata

Nel terzo ciclo (detto anche di Guillaume d'Orange) si celebrano le gesta di Guillaume "dal naso corto" (probabilmente l'omonimo conte di Tolosa distintosi contro i saraceni) e quelle dei suoi avi (Garin de Monglane è appunto un suo antenato che dà nome al ciclo), discendenti, fratelli e nipoti. Si ricordano: La Chanson de Guillaume (La canzone di Guglielmo) capolavoro del ciclo; Girart de Vienne, Aymeri de Narbonne (Amerigo di Narbona); Les Narbonnais (I Narbonesi); Le couronnement de Louis (L'incoronazione di Luigi); Le charroi de Nîmes (Il carriaggio di Nîmes); La prise d'Orange (La presa d'Orange); La chevalerie Vivien (La cavalleria di Vivien); Les enfances Guillaume (L'infanzia di Guglielmo); Le moniage Guillaume (che allude al ritiro in un monastero del protagonista).

Al secolo XIII appartiene un gruppo di canzoni centrato sul tema della crociata, comprendente La chanson d'Antioche (La canzone d'Antiochia) e La conquête de Jérusalem (La conquista di Gerusalemme) di Grauidor de Doerai; Le chevalier au cygne (Il cavaliere del cigno); La chanson des chaitifs (La canzone dei prigionieri); Godefroi de Bouillon (Goffredo di Buglione). In esse l'elemento fantastico, derivato dalla tradizione cortese e cavalleresca, prevale quasi sempre sulla materia storica.

 

Il ciclo classico

Questo ciclo comprende una serie di romanzi in versi dei secoli XII e XIII, ispirati all'antichità greco-latina riscoperta attraverso i suoi massimi autori nelle grandi scuole di Francia dell'epoca. Primo della serie fu il Roman d'Alexandre (Romanzo di Alessandro), dedicato ad Alessandro Magno, di cui fu iniziatore Albéric de Briançon, imitato poi da altri due autori, i quali si servirono del verso di dodici sillabe, da allora chiamato "alessandrino". Un ignoto autore del Poitou, ispirandosi alla Tebaide del poeta latino Stazio, compose verso il 1150 il Roman de Thèbes (Romanzo di Tebe). Stessa sorte ebbe l'Eneide di Virgilio, trasformata in Roman d'Enéas (Romanzo di Enea). Infine Benoît de Sainte-Maure, attingendo ai racconti pseudostorici di Darete di Frigia e di Ditti Cretese, compose in ottosillabi un lungo ed erudito Roman de Troie (Romanzo di Troia, circa 1165). I guerrieri antichi appaiono anacronisticamente trasformati in cavalieri medievali e il loro mondo è quello dell'aristocrazia feudale che si avvia ad accogliere nuovi valori, quali l'amore e la cortesia. Il celebre episodio di Troilo e Criseide ispirò Boccaccio, Chaucer e Shakespeare.