Il romanzo cortese e Chrétien de Troyes

Il romanzo cortese

Il romanzo cortese (cioè, che si sviluppa nelle corti signorili) si differenzia nettamente dalle canzoni di gesta: è un genere letterario che presenta novità di temi e forma. Alla recitazione pubblica si sostituisce via via la lettura privata; alla semplificazione vigorosa, la ricerca delle sfumature psicologiche e della varietà; alla lassa legata dall'assonanza, gli ottosillabi a rima baciata che pian piano evolvono verso la prosa. Anche il pubblico era diverso: l'aristocrazia feudale, non più classe di rudi guerrieri, aveva acquisito uno stile di vita raffinato, in cui assumevano importanza, oltre al valore, l'amore, la grazia, la cortesia. Il romanzo cortese rispondeva alle aspirazioni di quella società e ne rappresentò a un tempo l'ideale di vita e l'evasione in un universo fiabesco.

Il ciclo bretone

Il ciclo bretone comprende una serie di poemi e romanzi dei secoli XII e XIII, incentrati sulle figure di re Artù e dei suoi cavalieri della Tavola Rotonda o sulla leggenda di Tristano e Isotta. La qualifica di "bretone" allude al fatto che queste opere sono ambientate nelle due Bretagne, l'isola e la penisola, e attingono al vasto repertorio della mitologia celtica. Le fonti scritte della "materia di Bretagna" risalgono allo storico benedettino inglese Guglielmo di Malmesbury e a Goffredo di Monmouth, autore di una Historia regum Britanniae (Storia dei re di Bretagna, 1136), che in dodici libri e in prosa latina narra la leggenda dei re bretoni, e in particolare del re Artù, impareggiabile cavaliere e generoso sovrano. L'opera fu "tradotta" in volgare francese da Wace nel Roman de Brut (Romanzo di Brutus, noto anche con il titolo di Geste des Bretons, Gesta dei Bretoni, 1155) e da lui offerta alla regina Eleonora d'Aquitania. La versione di Wace introduceva numerosi particolari romanzeschi, primo fra tutti la celebre Tavola Rotonda, simbolo dell'ideale uguaglianza dei nobili cavalieri di Artù, e sottolineava la squisita cortesia dei modi in uso alla corte del re. Ispirato alle leggende bretoni, il genere esprime capolavori quali i Lais di Maria di Francia, il poema Tristano e Isotta e soprattutto le grandi opere di Chrétien de Troyes. Summa allegorica della cultura cortese e al tempo stesso suo superamento fu più tardi il Roman de la Rose.

L'amore e l'avventura

L'amore è il tema dominante e il centro ispiratore del romanzo cortese. Il coraggio, la prodezza, la cortesia acquistano un senso solo se mossi dall'amore e finalizzati al servizio della donna amata. L'amore consente al cavaliere di elevarsi a un mondo di sentimenti profondi e delicati e diventa quindi strumento privilegiato di arricchimento spirituale. Strettamente connesso è il tema dell'avventura, che il cavaliere cortese ricerca per mettere alla prova se stesso. Mentre i cavalieri della canzone di gesta dimostravano il proprio coraggio in battaglie anche storicamente determinate, come la guerra contro gli infedeli, il cavaliere cortese parte, spesso da solo, in cerca di pericoli fantastici, il cui superamento è finalizzato esclusivamente al proprio perfezionamento.