La poesia lirica

I trovieri

Come i trovatori provenzali, i trovieri possiedono la coscienza orgogliosa della propria arte e rivendicano la componente tecnica e letteraria della poesia. Argomento primario della loro lirica cortese è l'amore per la donna, creatura ideale, fonte di grazia e di virtù. Il servizio d'amore, che somiglia al servizio feudale, diventa per l'amante una rigorosa disciplina, un'autentica ascesa, intrapresa dai trovieri attraverso un'espressione raffinata, che si compiace di un certo ermetismo e di soluzioni stilistiche ricercate.

Conon de Béthune

Nobile di nascita, Conon de Béthune (Artois circa 1150 - circa 1219) partecipò alla terza e alla quarta crociata e divenne reggente dell'Impero Latino d'Oriente. Gli vengono attribuite una decina di canzoni, di cui due pregevoli canzoni di crociata. Pur adeguandosi ai canoni della poesia cortese, Conon sa trovare accenti di un lirismo molto personale nell'esprimere il dolore del crociato costretto ad allontanarsi dalla donna amata.

Gace Brulé

Gace Brulé (ultimo quarto del secolo XII - circa 1220) visse alla corte di Maria di Champagne, che all'epoca era uno dei maggiori centri letterari della Francia del Nord; soggiornò quindi alla corte inglese di Goffredo Plantageneto, guadagnandone la stima e l'amicizia. La sua opera poetica aderisce con profonda sincerità alle convenzioni letterarie dell'amore cortese: per lui l'amore non è un mero pretesto, ma passione profonda e dolorosa, desiderio inappagabile.

Thibaut de Champagne

Thibaut (Troyes 1201 - Pampelune 1253), quarto conte di Champagne, fu uno dei grandi feudatari e mecenati del suo tempo e uno dei più celebri trovieri, elogiato anche da Dante. Nel 1226 partecipò alla crociata contro gli albigesi; nel 1234 divenne re di Navarra e condusse una crociata in Terra Santa. La leggenda lo vuole innamorato della regina Bianca di Castiglia, che sarebbe l'ispiratrice dei suoi versi. La sua poesia è fedele ai temi della lirica cortese, quindi pone al centro il servizio d'amore, con tutto il rituale convenzionale della sottomissione alla dama, espresso con sinceri accenti personali e uno stile melodioso ed elegante, non privo di ironica preziosità.