Il teatro

Il teatro profano

Dagli intermezzi comici del teatro religioso si sviluppò il teatro profano, che ­ nato con le rappresentazioni satiriche di Adam de la Halle ­ acquistò una fisionomia specifica nel secolo XV. Prevalentemente comico, era un teatro che si collegava alla tradizione giullaresca e a quella latino-medievale delle farse.

Adam de la Halle

Adam de la Halle, o Adam le Bossu (circa 1235 - circa 1285), troviero e musico formatosi nell'ambiente borghese della natia Arras, introdusse accenti realistici nella lirica cortese, spinto da una fantasia estrosa e piena di brio che si espresse in varie composizioni poetico-musicali: jeux partis, canzoni, mottetti a più voci, rondò. Scrisse un realistico e satirico Congé (Congedo) in occasione della partenza da Arras (1272-74). Nel 1283, in qualità di poeta, seguì Roberto di Artois alla corte angioina di Napoli, dove poi morì. Di Adam si ricordano soprattutto due singolari opere, primi esempi importanti di teatro profano: il Jeu de la feuillée (Rappresentazione della novella fronda, 1262), costituito da una serie di scene satiriche sulla vita di Arras e inframmezzato da ritornelli cantati, e il Jeu de Robin et Marion (Rappresentazione di Robin e Marion, 1285), accompagnato dalla musica.

"Sotie, moralité, farce"

Durante il XV secolo si differenziarono e precisarono i vari generi del repertorio comico. La sotie, interpretata da sots, ovvero "folli", era composta da scene buffe dall'apparenza sconnessa, che celavano appena gli intenti polemici e satirici. La moralité, tra il comico e il drammatico, utilizzava anche toni patetici per fini didattici e moraleggianti. La farce (farsa), genere brillante e bonariamente satirico, mirava essenzialmente a far ridere un vasto pubblico, mettendo in scena situazioni quotidiane (mariti creduloni e ingannati, preti astuti, simpatici imbroglioni) con ampio uso di doppi sensi e buffonate varie. La farsa non aveva ambizioni letterarie, tuttavia la sua verve, il brio e alcuni espedienti comici esercitarono un'influenza non trascurabile sugli sviluppi del teatro profano, a cominciare dal grande Molière.

"La Farce de Maître Pathelin"

Capolavoro del teatro comico del secolo XV è la Farce de Maître Pathelin (tra il 1461 e il 1469). Si tratta di un'opera impostata sulle astuzie dell'avvocato imbroglione Pathelin, che possiede pregevoli qualità di composizione, tanto da essere ormai considerata più che una farsa una commedia a pieno titolo. Pathelin non paga la stoffa comprata da un negoziante e difende in giudizio un pastore che ha causato la morte di capi di bestiame dello stesso negoziante; alla fine il pastore vince la causa, ma non paga Pathelin.

L'organizzazione ben strutturata dell'intreccio e dell'azione, la coerenza dei caratteri, l'equilibrio tra realismo e fantasia dimostrano la maturità e la competenza tecnica dell'ignoto autore. Il dialogo brillante, che gioca abilmente con l'ambiguità del linguaggio al limite dell'assurdo, ne fa una pièce di singolare attualità e anticipa il teatro di Molière.