La "nouvelle critique"

Maurice Blanchot

Maurice Blanchot (1907-2003) si è interrogato sull'esercizio e sul senso del linguaggio letterario. I suoi romanzi, tra cui Thomas l'obscur (Thomas l'oscuro, 1941), Le Très-Haut (L'Altissimo, 1948), L'attente, l'oubli (L'attesa, l'oblio, 1962), anticipano il nouveau roman per la progressiva cancellazione delle strutture narrative tradizionali. Personaggi, ambienti, circostanze diventano sempre più fluttuanti fino a scomparire e il racconto si riduce alla pura parola, alla scrittura che si confronta con la propria ambiguità. Di notevole interesse i saggi critici (L'espace littéraire, Lo spazio letterario, 1955; Le livre à venir, Il libro a venire, 1959); scrivere per lui significa addentrarsi nel vuoto scavato dal linguaggio, quindi è un'esperienza di morte. L'opera di Blanchot, assai discussa e sostanzialmente isolata, ha esercitato una profonda seduzione su molti narratori e critici.