La poesia dal simbolismo ad Apollinaire

L'eredità simbolista

Nei primi anni del secolo la poesia deve fare i conti con l'eredità simbolista. Il tentativo di superamento di quell'esperienza dà vita a diverse tendenze. Nelle raccolte poetiche di Anna de Noailles (1876-1933) il sentimento della comunione con la natura si esprime in un lirismo spontaneo. Paul Fort (1872-1960) è autore di una vasta produzione poetica, raccolta nei numerosi volumi delle Ballades françaises (Ballate francesi, 1897-1949): in versi semplici e raffinati disegna scene, città, immagini folcloriche della storia francese. Le raccolte poetiche di Saint-Pol-Roux (1861-1940) ­ Le bouc émissaire (Il capro espiatorio, 1889), Les reposoirs de la procession (I repositori della processione, 1900) ­ saranno apprezzate dai surrealisti per la centralità del sogno e per il ruolo dominante delle immagini. Partito da un esordio simbolista, nelle opere successive Léon-Paul Fargue (1876-1947) esprime il suo humour, la sua fantasia, la sua curiosità per tutte le avanguardie artistiche e letterarie in una fusione di meraviglioso e quotidiano (Poèmes, Poemi, 1912; Épaisseurs, Spessori, 1928).

Paul-Jean Toulet

Paul-Jean Toulet (1867-1920), nato a Pau, vissuto a lungo nell'isola Maurizio nell'Oceano Indiano, quindi ad Algeri e in Spagna, si stabilì a Parigi nel 1898. Malato, nel 1912 si ritirò in campagna. I suoi romanzi più significativi (Monsieur du Paur, homme public, Il signor du Paur, uomo pubblico, 1898; Le mariage de Don Quichotte, Il matrimonio di Don Chisciotte, 1902) tratteggiano con ironia una borghesia libertina soddisfatta e priva di orizzonti. La sua opera maggiore è una raccolta poetica, le Contrerimes (Controrime, 1921 postumo), considerata un classico della poesia francese del Novecento. Frutto di un lavoro di oltre vent'anni, le liriche di Toulet rivelano una marcata attenzione all'aspetto formale, di ascendenza parnassiana, ma anche un'ironia e una malinconia nutrite di una forte componente autobiografica. Disincantato di fronte alla vita e all'amore, il poeta nasconde dietro la grazia controllata dei suoi versi un profondo malessere esistenziale.

Francis Jammes

Francis Jammes (1868-1938), nato a Tournay, dopo gli studi a Bordeaux ritornò nel Béarn, dove condusse vita appartata in contatto epistolare con vari scrittori. Le prime raccolte (Un jour, Un giorno, 1895; De l'angélus de l'aube à l'angélus du soir, Dall'angelus del mattino all'angelus della sera, 1898) cantano la poesia della natura e delle piccole cose semplici. La stessa tematica, lo stesso lirismo volutamente ingenuo, anima le opere in prosa, tra cui si ricordano i romanzi Clara d'Ellébeuse (1899), Almaïde d'Étremont (1901). In seguito, anche grazie all'incontro con Claudel, Jammes maturò la conversione al cattolicesimo. Le opere poetiche successive integrano la meditazione religiosa all'evocazione della semplicità della campagna, adottando forme quasi classiche: Clairières dans le ciel (Radure nel cielo, 1906); Ma France poétique (La mia Francia poetica, 1926), Sources (Fonti, 1936).