Il romanzo

Madame de La Fayette

Marie Madeleine de La Vergne (1634-1693) è autrice di un'opera mirabile, che segnò una svolta fondamentale nell'evoluzione del romanzo. 

La vita e le opere

Nata a Parigi, frequentò la migliore società e sposò il conte di La Fayette, più anziano, dal quale si separò pochi anni dopo per stabilirsi a Parigi. La sua casa era frequentata da studiosi e letterati, tra cui Mme de Sévigné, sua grande amica, e La Rochefoucauld, cui la legò una lunga relazione. Nel 1662 scrisse il primo racconto, La princesse de Montpensier (La principessa di Montpensier), cui seguirono i romanzi Zaïde (1670) e La princesse de Clèves (La principessa di Clèves, 1678), suo capolavoro, e il racconto La comtesse de Tende (La contessa di Tenda, 1724, postumo). Scrisse anche cronache di avvenimenti del tempo, Histoire d'Henriette d'Angleterre (Storia di Enrichetta di Inghilterra, 1720, postumo), della quale era intima, e Mémoires de la cour de France (Memorie della corte di Francia per gli anni 1688 e 1689, 1731, postumo).

"La principessa di Clèves"

Nella narrativa di Mme de La Fayette dominano la propensione per l'analisi psicologica e una concezione amara e pessimista dell'amore. Caratteri non nuovi, che si organizzano però in modo nuovo nella Principessa di Clèves, il più grande romanzo del Seicento francese. Su uno sfondo storico, la corte di Enrico II, costruito con precisione e che fa da cornice ai personaggi, il romanzo si svolge senza intrigo, quasi privo di avvenimenti, intorno a una struttura sobria e rigorosa, percorso da una tensione mai allentata. Al centro, l'analisi di una passione. Ribaltando i canoni della letteratura amorosa, l'autrice pone il matrimonio all'inizio della vicenda. Il fatto è che per la protagonista l'amore non è ebbrezza o comunicazione, bensì maleficio, potere devastante che impedisce di riconoscere se stessi. Le felicità dell'amore sono poca cosa di fronte agli "abissi di dolore" in cui fanno precipitare la passione e la gelosia. La principessa di Clèves è il romanzo della rinuncia. L'opera appare come sintesi e superamento dei moduli del preziosismo, del classicismo e della narrativa sentimentale, il primo romanzo psicologico moderno.