La nascita delle idee nuove

Montesquieu

Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu (1689-1755), fu uno dei massimi interpreti dell'opposizione all'assolutismo e del relativismo culturale tipici della mentalità illuminista. Studioso di problemi giuridici e filosofici quanto di scienze naturali e di fisica, si mostrò autore versatile, capace di cimentarsi con generi assai diversi.

Nato nel castello della Brède, presso Bordeaux, figlio di un magistrato, si dedicò agli studi giuridici; nel 1714 divenne consigliere al Parlamento di Bordeaux e due anni dopo ne ereditò la carica di presidente. Nel 1722 si stabilì a Parigi, nel clima brillante e tollerante della Reggenza, ma senza subire completamente il fascino della capitale. Divise i suoi giorni tra la città, il castello di provincia e lunghi viaggi in Italia, Germania, Ungheria, Svizzera, Olanda, Inghilterra.

Le "Lettres persanes"

Nel 1721 Montesquieu pubblicò un romanzo epistolare, Les lettres persanes (Le lettere persiane), che ottenne immediatamente un enorme successo. L'ambientazione orientale andava incontro alla moda dell'esotico assai viva in quegli anni, alcune avventure piccanti nell'harem ammiccavano alla curiosità del pubblico, ma indubbiamente il maggior interesse dell'opera consiste nella rappresentazione della società francese con un'ottica nuova e insolita. Mediante la trasparente finzione del viaggio di due persiani a Parigi, Montesquieu prende di mira usanze, costumi, credenze religiose e istituzioni politiche del tempo. Lo "sguardo straniero" dei due visitatori gli consente un sapiente gioco tra ambiguità e distanza, il loro punto di vista ingenuo trasforma la critica in satira feroce. Inoltre Montesquieu non commette l'errore di ritenere i due protagonisti privi a loro volta di pregiudizi. L'ultima lettera affida alla favorita Roxane (figura "debole" per eccellenza, donna e per di più rinchiusa nell'harem da sempre) la ferma rivendicazione della libertà e dell'indipendenza di ogni individuo. In uno stile lucido e ironico, le Lettere esprimono un ideale misurato di libertà, la radicale critica al pregiudizio e la consapevolezza che tutte le convinzioni sono relative.

"Lo spirito delle leggi" e le altre opere

Il trattato De l'esprit des lois (Lo spirito delle leggi, 1748) è considerato il capolavoro di Montesquieu ed è uno dei testi fondamentali della riflessione giuridico-politica settecentesca e oltre. Muovendo dalla critica al dispotismo, egli esamina i differenti caratteri dei vari sistemi istituzionali e perviene alla teoria della separazione dei tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) e di un nuovo ruolo della legge, considerata non solo strumento costrittivo ma garanzia e tutela delle libertà pubbliche e private: "la legge ­ dice Montesquieu ­ è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono". Tra le altre sue opere letterarie, non comparabili con le Lettere persiane, sono l'operetta licenziosa Le temple de Gnide (1725), scritto per Mademoiselle de Clermont; il racconto filosofico Une histoire véritable (Una storia vera, 1892 postumo); il romanzo Histoire orientale ou Arsace et Isménie (Storia orientale o Arsace e Ismenia, 1783 postumo). Tra quelle saggistiche vanno ricordate Considérations sur les causes de la grandeur des romains et de leur décadence (Considerazioni sulle cause della grandezza dei romani e della loro decadenza, 1734), trattato storico-filosofico mirabile per intelligenza politica, e l'Essai sur le goût (Saggio sul gusto, 1755), scritto per l'Encyclopédie.