Il romanzo: il diritto alla felicità

Lesage

Alain-René Lesage (1668-1747), nato da una famiglia della borghesia bretone, avvocato, si guadagnò tuttavia da vivere con la letteratura, primo esempio di scrittore indipendente, non sostenuto da personale agiatezza o dalla protezione di un signore.

Le opere

Profondo conoscitore della letteratura spagnola, Lesage esordì con alcune commedie, tra cui Crispin rival de son maître (Crispino rivale del suo padrone, 1707), il cui protagonista annuncia il celebre Figaro, e Turcaret (1709), satira del mondo degli affari e della finanza, che suscitò la reazione di un gruppo di banchieri così che l'autore venne escluso dalle scene del Théâtre français. Lesage si volse allora alla narrativa, scrivendo numerosi romanzi di successo, tra cui spicca Le diable boiteux (Il diavolo zoppo, 1707), interessante per lo sguardo critico che egli getta sui suoi simili e la conclusione: bisogna accettare la vita così com'è, evitando il più possibile di sporcarsi le mani. Suo capolavoro è però l'Histoire de Gil Blas de Santillane (Storia di Gil Blas di Santillana, 1715-35). Le avventure di Gil Blas, costruite con una tecnica a medaglioni, sono occasione per una rappresentazione vivace, piena di brio e di freschezza, dei più vari ambienti della società francese, appena dissimulata sotto la vernice spagnola. Inoltre il personaggio è del tutto nuovo: povero di origini umili, all'inizio eroe picaresco mosso dagli unici, potenti stimoli della miseria e della fame, in seguito si rivela capace di cambiamento e di evoluzione. La sua duplice ascesa, morale e sociale, è il segno di un'epoca nuova, di una nuova concezione del mondo, più dinamica, che riconosce a ogni individuo la possibilità di progredire e migliorare.