Il romanzo: il diritto alla felicità

Prévost

Antoine-François Prévost-D'Exiles, più noto come Prévost o l'abate Prévost (1697-1763), è narratore che rappresenta il punto di riferimento del romanzo settecentesco, sintesi originale delle tendenze narrative che lo hanno preceduto, interprete sensibile della sofferenza che arreca la passione amorosa.

La vita e le opere

Nato a Hesdin, nell'Artois, condusse un'esistenza irrequieta e ambigua, non ancora del tutto nota ai biografi, che costituì la prima fonte di ispirazione della sua originale opera narrativa. Destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica, fuggì due volte dai collegi gesuiti di La Flèche e di Rouen, prima per arruolarsi nell'esercito, quindi per seguire nella capitale un'avventura amorosa. Insofferente alla disciplina, smanioso di libertà, trovò nell'effervescente atmosfera parigina della Reggenza un ambiente congeniale che lo segnò profondamente. Nel 1721 tornò alla costrizione della vita religiosa, decidendo liberamente di entrare nell'ordine benedettino. Fu ordinato sacerdote, ma negli otto anni trascorsi in convento Prévost scoprì la propria vocazione di scrittore; scrisse un'opera erudita (Gallia Christiana) e i primi quattro volumi delle Mémoires et aventures d'un homme de qualité (Memorie e avventure di un uomo di qualità), pubblicati senza nome d'autore nel 1728 e nel 1729. Nell'ottobre del 1728 abbandonò l'ordine senza aver ottenuto la dispensa. Denunciato dai superiori, fuggì a Londra, che lo entusiasmò ma dovette lasciare per una complicata faccenda di cuore. Si trasferì in Olanda, dove portò a termine Le philosophe anglais ou histoire de M. Cleveland (Il filosofo inglese o Storia di Monsieur Cleveland, 1731) e gli altri tre volumi delle Mémoires et aventures, nell'ultimo dei quali è compresa la celebre Histoire du Chevalier des Grieux et de Manon Lescaut (Storia del Cavaliere des Grieux e di Manon Lescaut), pubblicati ad Amsterdam nel 1731. Assediato da problemi economici e sommerso dai debiti, di nuovo in fuga in Inghilterra, nel 1733 venne imprigionato per una lettera di credito falsa. Scarcerato, sciolto dai voti dal papa, rientrò a Parigi. Apparvero intanto Le doyen de Killerine (Il decano di Killerine, 1735-40), Histoire de Marguerite d'Anjou (Storia di Margherita di Anjou, 1740), Histoire d'une grecque moderne (Storia di una greca moderna, 1740). Tra le numerose opere degli ultimi anni si ricordano l'Histoire générale des voyages (Storia generale dei viaggi, 15 volumi, 1746-59) e le traduzioni dei romanzi di Richardson. Morì a Courteuil-Chantilly.

"Manon Lescaut": i diritti del cuore

Il breve romanzo Manon Lescaut (come viene indicato l'episodio rimaneggiato dall'autore e pubblicato separatamente nel 1753) si impone per l'originalità della scrittura e la tematica rivoluzionaria. "L'eroe è un mascalzone e l'eroina è una puttana", annota Montesquieu dopo aver letto il libro. E in effetti, travolti dall'amore, dal bisogno di denaro e dalla passione per i divertimenti, il cavaliere des Grieux e Manon conducono un'esistenza senza scrupoli. Ciò nonostante è difficile condannarli; e, irretito dalla magistrale ambiguità della scrittura di Prévost, il lettore comprende la passione fatale di des Grieux ed è affascinato dalla libertà di Manon. Nel conflitto inesorabile tra sentimenti, impulsi e la rispettabilità, la giustizia, le regole, le convenienze, Manon sceglie il suo cuore; anche se quel conflitto la distrugge, ella non appare vinta, e tantomeno si considera giustamente punita. La concezione dell'amore travolgente ha ricordato quella di Racine, ma, diversamente da Racine, per Prévost la passione non è colpevole e, seppure in modo un po' ambiguo e talvolta discutibile, il cuore afferma i suoi inalienabili diritti. Il sentimento non è un doloroso sbandamento dell'anima da reprimere e soffocare, ma un protagonista della vita, un interlocutore con cui l'individuo, la società e la morale devono fare i conti.

Il romanzo di Prévost offre anche una rappresentazione di grande interesse della Parigi degli anni della Reggenza, sfondo preciso, nettamente contrapposto alla provincia, città magica, dall'illimitato potere di seduzione, sognata o vituperata. Ma per vivere a Parigi e per goderne le mille possibilità ci vuole denaro, e proprio la sua mancanza determina le vicissitudini dei personaggi. L'assillo dei quotidiani problemi che caratterizzano la vita pratica del ceto medio entra di prepotenza a far parte del romanzo.

La tecnica narrativa

Nelle opere più lunghe di Prévost, tessute di peripezie e intrighi, la composizione risulta ancora affannosa e incerta; nei romanzi più brevi, invece, e in particolare in Manon Lescaut (ma la critica presta oggi molta attenzione alla Storia di una greca moderna), la struttura acquista un classico rigore, diventa arte dell'incertezza che alterna in modo sapiente momenti di felicità a momenti di disperazione. L'adozione della prima persona risulta di grande efficacia: si conosce soltanto il punto di vista del narratore, così Manon può conservare fino in fondo il suo segreto, rimanere per sempre inafferrabile, "vista" dall'esterno. Lo stile rapido, quasi sbrigativo ma elegante, preciso e insieme patetico, contribuisce a fare di Manon Lescaut una tappa fondamentale nell'evoluzione del romanzo che si delinea all'inizio del Settecento.