Teatro e prosa del secondo Settecento

Il romanzo

Nella seconda metà del Settecento il romanzo tenta le vie più diverse, con esiti non sempre omogenei: accanto a capolavori appare un'immensa schiera di volumi moraleggianti o lacrimosi del tutto irrecuperabili. Eppure, proprio in tale flessibilità e varietà affondano le radici del romanzo moderno. Il gusto dell'esotismo, di cui si incontrano esempi sin dall'inizio del secolo, si va trasformando nel sogno di una idilliaca società naturale o primitiva contrapposta alla barbarie della civiltà, come nel romanzo Les Incas (Gli Incas, 1778) di Jean-François Marmontel (1723-1799), autore anche di Contes moraux (Racconti morali, 1761 e 1792). Altri percorsi seguirono Cazotte, Restif de la Bretonne, Choderlos de Laclos e Sade.

Bernardin de Saint-Pierre

Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre (1737-1814), nato a Le Havre, temperamento esaltato e inquieto, fu viaggiatore infaticabile. Nel 1771 si stabilì a Parigi, dove scrisse il Voyage à l'Ile de France (Viaggio nell'Isola di Francia, 1773). Divenne amico e discepolo di Rousseau, che lo spinse a pubblicare gli Études sur la nature (Studi sulla natura, 1784): nel quarto volume appariva un romanzo breve, Paul et Virginie (Paolo e Virginia, 1788), che ebbe un'immensa celebrità, annunciando alcuni aspetti della sensibilità romantica. Ambientato in un'isola delle Mauritius, il romanzo racconta l'amore, conclusosi tragicamente, di due giovanetti, vissuto in un ambiente naturale armonioso e incontaminato. Filosofo mediocre, l'autore dà il meglio di sé in questo racconto, in cui l'ingenuità della concezione è riscattata dalla musicalità dello stile, dall'autentica nostalgia per una natura evocata come un paradiso perduto.

Cazotte

Jacques Cazotte (1719-1792), di Digione, lavorò al ministero della Marina in Martinica (1747-59), quindi rientrato in Francia si stabilì in campagna. Ostile alle idee illuministe, affermò la sua fedeltà alla religione e alla monarchia. Verso la fine della vita la sua religiosità tese a un misticismo visionario, che lo condusse a vedere la Rivoluzione come opera di Satana. Dopo i racconti di ispirazione orientaleggiante Mille et une fadaises (Mille e una sciocchezza, 1742), pubblicò il breve romanzo Le diable amoureux (Il diavolo innamorato, 1772), il suo capolavoro. Scritto in uno stile leggero e mai enfatico, il romanzo è impregnato di sogno, misticismo e occultismo. Considerato un precursore del romanticismo, del romanzo nero e del racconto fantastico, Cazotte avverte il fascino del mistero, dell'irrazionale, e sa mantenere il lettore nell'incertezza e nell'esitazione.

Restif de la Bretonne

Nicolas-Edme Restif de la Bretonne (1734-1806), figlio di contadini, divenne tipografo ad Auxerre e poi a Parigi, dove cominciò a scrivere. Condusse una vita avventurosa e libertina, svolgendo tra l'altro attività di informatore di polizia. Accumulò così un'esperienza quanto mai varia, in particolare degli strati più bassi della società. Autore fecondo e prolisso, incurante degli aspetti formali dell'opera, riscattò lo stile trasandato con "le qualità preziose dell'immaginazione", come le definì il poeta Nerval. Nella sua vasta opera si intrecciano vari temi: un'insistenza morbosa sulla corruzione e sull'abiezione dei costumi cittadini, proclamati intenti moralizzatori, il vagheggiamento di utopie politiche, l'esaltazione delle semplici abitudini della campagna. Tra le sue numerose opere si ricordano: La famille vertueuse (La famiglia virtuosa, 1764); Le pornographe (Il pornografo, 1769); Le paysan perverti (Il contadino pervertito, 1775); La vie de mon père (La vita di mio padre, 1779); Les contemporaines (Le contemporanee, 1780-85); La paysanne pervertie (La contadina pervertita, 1784); Les nuits de Paris ou le spectateur nocturne (Le notti di Parigi o lo spettatore notturno, 1788-94) e soprattutto Monsieur Nicolas (1794-97), compiaciuta rievocazione di esperienze autobiografiche.

Laclos

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (1741-1803), di Amiens, intraprese la carriera delle armi e diventò ufficiale di artiglieria, esperto di fortificazioni. Tra il 1779 e il 1781 scrisse un romanzo epistolare, Les liaisons dangereuses (Le relazioni pericolose, 1782), che suscitò reazioni scandalizzate. Altre polemiche provocò nel 1786 un suo scritto contrario alla dottrina ufficiale delle fortificazioni. Entrato in contatto con il duca d'Orléans Philippe Égalité, ne divenne collaboratore di fiducia. Durante la Rivoluzione si schierò con i giacobini e ottenne il grado di generale di brigata. Arrestato nel 1793, sfuggì alla ghigliottina. Di nuovo in servizio sotto Napoleone, divenne generale di artiglieria sul Reno e poi in Italia. Morì a Taranto. Il romanzo di Laclos ha sofferto a lungo dell'etichetta di opera libertina; in realtà si tratta di un romanzo in cui l'autore non interviene mai e i personaggi si rivelano solo attraverso le lettere. Il genere non era nuovo, ma Laclos lo condusse a un livello di perfezione assoluta traendone conseguenze originali. Il romanzo si impone innanzitutto per la rigorosa struttura geometrica, l'architettura sapiente. La lettera, inoltre, non è solo un mezzo per rivelare al lettore episodi e pensieri segreti; imponendo l'uso della prima persona, essa introduce nella narrazione tanti punti di vista diversi sulla realtà. Non c'è più "un" racconto, ma le differenti visioni dei personaggi. L'autore insomma, come scrive il critico J. Rousset, cessa di essere un narratore per diventare colui "che dà forma e disposizione" al libro. Eppure, nella perfetta architettura si insinua la percezione del disordine, del caso, dell'incertezza e della forza dei sentimenti, che la ragione non riesce a dominare.