La lirica dorica

L'ambiente culturale e sociale di Sparta

Il carattere conservatore della costituzione e l'impostazione militare della società di Sparta non contrastarono la nascita della poesia lirica, che anzi trovò svariate occasioni e molteplici luoghi dove manifestarsi (feste, banchetti, varie circostanze della vita militare). Diversamente da quanto avveniva nel mondo ionico, il poeta non era la voce di una associazione di nobili o di una figura isolata, ma l'individuo-cittadino che metteva a disposizione della città-stato la propria arte. Per questo a Sparta e in tutto il mondo dorico prevalse di gran lunga l'esecuzione corale su quella monodica, tipica invece della Ionia (come dimostra il fatto che il dialetto usato dai lirici corali, anche in età posteriori, restò quello dorico).

Le figure significative della lirica

All'inizio dell'VIII secolo si collocano due poeti di cui sappiamo pochissimo: Terpandro di Lesbo, inventore della cetra a sette corde, e Taleta di Cortina, fondatore delle Gimnopedie (feste religiose istituite a Sparta nel 668 a.C.). Essi però diedero inizio alla produzione poetica e musicale nell'area dorica esaltando il particolare stile di vita morigerato e semplice dei Lacedemoni. Più noti suonano i nomi di Tirteo e Alcmane, entrambi vissuti nella seconda parte del VII secolo a.C., a cui si affianca la produzione epica locale del poeta Cintone (sec. VII-VI a.C.).

Con il sec.VI a.C. la creazione letteraria e la vita culturale si impoverirono a causa delle durissime battaglie, combattute per lo più contro Atene, nello sforzo di conservare la precaria stabilità politica ed economica, minata dall'emergente potenza ateniese. La stretta sorveglianza dello stato sulla vita civile ostacolò in modo irreparabile la nascita di nuove espressioni artistiche, quindi anche in campo poetico si continuarono a recitare i versi dei due grandi poeti spartani, Tirteo e Alcmane, senza avere produzioni più recenti.