Senofonte e gli storici minori

La storiografia dopo Senofonte

La produzione del IV secolo, di cui sono pervenuti solo pochi frammenti, risente dei grandi modelli del passato – in particolare Tucidide – pur giungendo a risultati di notevole originalità. I cosiddetti storici minori, quindi, non possono essere ridotti alla stregua di imitatori di grandi autori e opere precedenti, ma si rivelano, per quanto è dato intendere, autonomi sperimentatori di nuove vie. I temi trattati dagli storici sono strettamente collegati alle vicende politiche che coinvolgevano le poleis in quegli anni: la crescita della potenza macedone e la perdita di libertà da parte del mondo greco. I rappresentanti più significativi dell'insieme degli storici minori sono: Filisto di Siracusa, imitatore di Tucidide e autore di una Storia della Sicilia in 13 libri; Teopompo di Chio, epitomatore di Erodoto e forse prosecutore della narrazione tucididea con le Elleniche di Ossirinco, di 12 libri; Anassimene di Lampsaco, autore di una Hellenica e di una Philippica, insieme a Teopompo, esprime la propensione a una storiografia universale in rapporto all'ampliamento di orizzonti che si compirà con l'ellenismo. Gli storici del IV secolo daranno sempre maggior importanza agli avvenimenti contemporanei e, accanto all'interesse per una storia universale, alle vicende geograficamente più vicine. Si diffondono così le storie locali (le ktìseis), con un'attenzione spiccata ai particolari eruditi tipico dell'antiquaria più che della storia. Il primo autore di una storia locale (che scrisse anche opere di retorica) fu Eforo di Cuma.