Tucidide

In sintesi

La vitaNacque ad Atene attorno al 460 a.C. da una ricca famiglia nobile. Fu testimone dell'epidemia di peste che sconvolse Atene nel 430. Eletto stratego nel 424, fu esiliato per non aver impedito la conquista della città di Anfiboli (424). Morì forse dopo il termine della guerra del Peloponneso (403 ca), secondo alcune fonti ucciso dai Trenta Tiranni.
Le Storie

L'opera di Tucidide è pervenuta col titolo Storie, ma né il titolo né la suddivisione in 8 Libri risalgono all'autore. Non si è certi neppure della genesi compositiva: secondo alcuni, sono nate dall'unione di due nuclei distinti (I-VI fino alla guerra cosiddetta “archidamica”; VI-VIII), secondo altri hanno un solo nucleo unitario. In ogni caso, domina in tutta l'opera lo stesso metodo storiografico.

La metodologia storiografica

Nell'Archeologia (capp. 20-23 Libro I) lo storico espone il suo metodo discutendo sull'indagine dei fatti e sul problema dei discorsi. Dichiara la necessità di un controllo rigoroso delle testimonianze e insiste sull'importanza della ricerca della vera causa. Poiché è impossibile riportare la forma esatta dei discorsi pronunciati nelle singole occasioni, Tucidide dichiara di essersi attenuto al senso complessivo degli argomenti trattati.

I rapporti con la storiografia precedenteTucidide prende le distanze dalla storiografia precedente (Erodoto soprattutto, ma anche i logografi) perché il suo scopo è quello di dare un “possesso per sempre” e non di divertire l'uditorio. Tucidide, a differenza dei logografi, scrive di storia con rigore scientifico, nel passato ricerca un orientamento con il futuro; vede l'agire dell'uomo come indipendente da qualsiasi elemento metafisico. Questo atteggiamento “razionalista” si deve all'influenza della sofistica e dello studio delle scienze.
Lo stileTucidide ama la variazione sintattica, il linguaggio astratto. La densità dell'analisi trova un corrispettivo nell'espressione concisa, nelle descrizioni fredde e trattenute che spesso rendono difficile la lettura.