L'età ellenistica

Compreso fra le date convenzionali della morte di Alessandro (323 a.C.) e della caduta del regno d'Egitto sotto il dominio di Roma (30 a.C.), l'ellenismo segna la diffusione della lingua e della cultura greca in tutto il mondo mediterraneo e del vicino Oriente. Il tramonto della polis e il conseguente venir meno delle sue forme di vita politica, religiosa, culturale, determinano un mutamento sostanziale anche sul piano culturale e letterario. L'opera d'arte coinvolge non più la comunità dei cittadini, ma l'individuo: del resto, l'opera letteraria, che nell'età arcaica e nell'età classica è in gran parte legata alla fruizione orale (come nella tragedia, nell'oratoria e, in parte, persino nella storiografia), si lega sempre di più alla consuetudine della lettura di un testo scritto. In poesia prevale il gusto per l'erudizione, il particolare, il riferimento raffinato se non astruso. L'amore per la sperimentazione attinge alle forme consacrate dalla tradizione, ma per trasformarle. Alla grandiosità dell'epos subentra il gusto per la misura ridotta dell'epillio; l'elegia, attingendo al mito, predilige gli aspetti eziologici e tratta temi come l'origine di riti o feste o tradizioni; si affermano l'idillio e il mimo; l'epigramma, con il suo giro breve e brillante di versi, è tra le forme più praticate. I poeti maggiori dell'età ellenistica sono Callimaco (l'interprete più consapevole della nuova poetica), Apollonio Rodio (innovatore del poema epico), Teocrito (che portò a grandezza il genere bucolico). Le mutate condizioni storico-politiche favoriscono, nella prosa, l'adozione e la diffusione della koiné, una lingua comune, a base sostanzialmente attica, che superi il particolarismo degli antichi dialetti. Nella koiné scrive Polibio, il maggiore degli storici dell'età ellenistica e il primo che abbia messo al centro della sua indagine la storia di Roma. Connessa all'istituzione di nuove strutture promosse dalle corti (per es. la Biblioteca e il Museo di Alessandria), nasce la ricerca filologica. Le scienze (matematica, astronomia, geografia) giungono a livelli di altissima specializzazione. In filosofia, le grandiose sintesi del passato cedono il posto a una riflessione incentrata soprattutto sulla ricerca della felicità e sulla dimensione etica (epicureismo, stoicismo).