L'epigramma

Generi letterari minori: il mimo e l'elegia

Il mimo è un genere a metà tra il teatro e la poesia, caratteristico del mondo greco e poi anche di quello romano, in cui venivano imitati situazioni, figure e caratteri della realtà quotidiana. Innalzato a dignità letteraria dal siciliano Sofrone, attivo nel sec. V a.C., conobbe ampia diffusione nell'età ellenistica, con Teocrito ed Eroda. I componimenti di Teocrito rivelano raffinatezza formale e sottigliezza di indagine psicologica, quelli del secondo mostrano toni volutamente triviali. Eroda, della cui vita possediamo notizie certe sulla sua vita (persino il nome è incerto, talvolta viene citato anche come Eronda), compose otto mimiambi (mimi letterari in coliambi o giambi scazonti) che all'epoca della loro scoperta (1890), furono salutati come massima espressione di realismo nella letteratura greca.

Anche l'elegia ebbe grande espansione nell'ellenismo, rispecchiandone il gusto per l'erudizione e per la raffinatezza formale. Composero elegie Fileta di Cos, Ermesianatte, Fanocle e soprattutto Callimaco. I temi prediletti divennero le storie d'amore, tratte dal repertorio mitologico, ma frequenti furono anche le elegie di carattere eziologico (volte cioè a spiegare, con narrazioni mitiche, le origini delle feste, dei riti, dei nomi geografici).