L'epigramma

Origine ed evoluzione della scrittura epigrammatica

Definito come un breve componimento poetico ispirato a un motivo, una situazione o una vicenda di ambito circoscritto, l'epigramma è presente fin dall'età arcaica della letteratura greca ed è il protagonista indiscusso della scena letteraria dell'età ellenistica. Originariamente il termine (dal greco epí e gràmma, “scritto sopra”) indicava l'iscrizione in prosa o in poesia per commemorare un defunto, posta su tombe, oggetti votivi o lapidi rievocative. Le più antiche attestazioni di epigrammi risalgono al sec. VIII a.C. (il “vaso di Dìpylon” e la “coppa di Nestore”) e veniva chiamato 'epigramma' anche l'oggetto di pietra su cui l'incisione era scolpita. In età arcaica è l'epigramma tombale ad avere il massimo sviluppo, per la funzione sociale che adempie: la trasmissione del nome – e quindi il klèos, la gloria – del defunto ai posteri come unica difesa contro la dimenticanza della morte. Con l'età classica l'epigramma comincia ad assumere un valore letterario autonomo svincolandosi dall'incisione epigrafica e dall'epitaffio tombale. Numerosi sono gli epigrammi del sec. V a.C. pervenuti in buono stato (tra questi un gruppo di componimenti anonimi dedicati alla celebrazione dei caduti nelle guerre contro la Persia): quelli di Simonide, in particolare, segnano l'ingresso dell'epigramma nell'ambito della vera e propria storia letteraria; quelli di Platone, di dubbia autenticità, ampliano l'orizzonte tematico spostando l'attenzione sull'argomento amoroso e sull'ambiente del simposio.

L'epigramma in età ellenistica

L'ellenismo è l'epoca in cui si ebbe la maggior produzione di epigrammi. In questa età, oltre ad essere un componimento d'occasione, destinato a un preciso committente, l'epigramma diviene il testo preferito per essere recitato davanti a un uditorio colto e competente, capace di cogliere le allusioni di cui il breve testo poetico è intessuto. Spesso il pubblico è quello del simposio, dove fino alla tarda antichità rimase l'abitudine di recitare testi leggeri e per lo più d'argomento erotico. Se i temi abbracciati sono i più vari (erotici, conviviali, funebri, scene quotidiane, descrizioni paesaggistiche), unico è l'ideale poetico. L'eleganza formale e la levigata preziosità stilistica, la brevità e la conclusione concettosa, brillante o comunque inaspettata sono i caratteri che fanno di questo genere letterario il modello esemplare di tutta la cultura ellenistica.

Il metro usato è quasi esclusivamente il distico elegiaco.