L'Anonimo del Sublime

In sintesi

Un'opera di difficile attribuzione e datazione

Ignoto è l'autore del trattato Il Sublime in passato attribuito a Dionigi d'Alicarnasso e a Cassio Longino. La critica moderna lo identifica con uno dei due retori più famosi del I sec. d.C.: Ermagora o Elio Teone. Per quanto riguarda la datazione, senza dubbio si colloca all'interno del dibattito culturale della seconda metà del I sec. d.C.

Aspetti fondamentali del Sublime

Il Sublime è un'opera epistolare di valore polivalente: è una dissertazione di estetica, un trattato polemico sulle scuole di retorica contemporanee, è un saggio di critica letteraria in cui compaiono molte citazioni di opere. Al concetto di “sublime” si riconosce un grande valore etico (e non solo stilistico): esso è espressione di un animo grande e dell'intensità del pathos ed è originato da misteriosi meccanismi della psiche umana. La grandiosità di un'opera d'arte si manifesta anche nel profondo legame di empatia tra l'artista ed il destinatario. Commuovendo e inducendo ad una dimensione non razionale, l'opera d'arte permette ai destinatari di riconoscere nel proprio animo la “tendenza alla grandezza”.

Apologia della genialità

Il Sublime elogia le qualità naturali, la fantasia e la creatività che sono necessarie per creare un'opera d'arte. Alla perfezione formale, inoltre, preferisce la “genialità non priva di difetti e rischiosa”, ma feconda e capace di raggiungere la sublimità più alta.