La storiografia imperiale

Giuseppe Flavio

Nacque a Gerusalemme nel 38 ca d.C., da una nobile famiglia sacerdotale. Seguì le scuole religiose ebraiche ed entrò nella setta dei Farisei. Nel 64 d.C., ancora giovanissimo, ricevette dal Sinedrio l'incarico di recarsi a Roma per difendere alcuni sacerdoti ebrei arrestati senza motivo. Raggiunto il suo scopo, fece ritorno in Palestina, dove stavano scoppiando le prime ribellioni contro il potere romano; Giuseppe ebbe un ruolo importante durante la rivolta antiromana, dei cui fautori tuttavia non condivise l'estremismo. Nel 67 d.C. fu inviato in Galilea, per affrontare l'assedio di Vespasiano alla fortezza di Iotapata. Prima che i romani avessero definitivamente avuto la meglio, si arrese e, invece di uccidersi, Giuseppe si ingraziò il favore di Vespasiano pronosticandogli che sarebbe divenuto imperatore. Così ottenne la cittadinanza romana e restò a fianco di Tito fino alla caduta di Gerusalemme (70 d.C.). In segno di riconoscenza e stima per l'imperatore, al suo nome aggiunse quello di Flavio. Morì a Roma nel 100.

La Guerra Giudaica e le altre opere

L'opera principale della produzione di Flavio, incentrata sulle vicende che coinvolsero il popolo ebraico, è la Guerra Giudaica, in 7 libri, dei quali i primi due contengono una breve storia dell'ebraismo. Il testo, originariamente scritto in aramaico e indirizzato ai soli giudei, fu poi tradotto in greco da Giuseppe stesso e da alcuni collaboratori greci e pubblicato a Roma tra il 75 ed il 79 d.C. su volontà dello storico che, successivamente, decise di rivolgersi anche ai greci e romani delle classi colte. Direttamente in greco furono invece composte le Antichità Giudaiche, in 20 libri, storia degli ebrei dalle origini al 66 d.C. , anno dell'inizio del conflitto romano-giudaico; per il periodo biblico la fonte principale è la Bibbia, mentre, per le parti più recenti, le Storie di Nicola di Damasco. Giuseppe Flavio compose anche due opere apologetiche: l'Autobiografia, in cui difende il suo operato dall'accusa di collaborazionismo con i romani, e il trattato Contro Apione (due libri), in difesa del giudaismo contro le calunnie divulgate nel mondo greco-romano incarnate nella figura del grammatico Apione.