Il romanzo tra fine Ottocento e primo Novecento

Henry James

L'angloamericano Henry James (1843-1916) fu il primo autore impegnato nel cambiamento nella tecnica del romanzo in Inghilterra. Le sue opere interpretano i complessi rapporti fra la civiltà americana ed europea; anticipatore per alcuni temi e forme di Proust, è ritenuto uno dei maestri del romanzo del Novecento per il sicuro istinto narrativo e la capacità di eccezionali indagini psicologiche. Nato a New York da una colta e ricca famiglia irlandese, fratello del filosofo pragmatista William, studiò dapprima a Parigi e poi (1862) legge ad Harward. Viaggiò molto e nel 1875 si trasferì a Parigi, facendo poi di Londra la propria residenza fissa per più di vent'anni; diventò cittadino britannico poco prima della morte.

La scena internazionale

Tema principale del primo periodo artistico fu "la scena internazionale", ovvero l'impatto dell'Europa sugli americani all'estero e il conflitto tra il vecchio e il nuovo mondo; in particolare, il conflitto tra la civiltà tollerante, sofisticata e talvolta corrotta dell'Europa e il rigido puritanesimo e il fervente idealismo dell'America. Dopo il primo libro di racconti (A passionate pilgrim, Un pellegrino appassionato, 1875), le opere migliori di questo periodo furono Roderick Hudson (1875), in cui affrontò il tema del conflitto tra artista e società, e The american (L'americano, 1877), storia di un amore contrastato fra un americano e un'aristocratica francese. Il successo arrivò con The europeans (Gli europei, 1878) e soprattutto con Daisy Miller (1879), la cui protagonista fu la prima di una lunga serie di figure femminili, giovani, americane, viaggiatrici e indipendenti; a quest'opera si contrappose il dolente racconto di Washington Square (L'ereditiera, 1881). Nel più maturo Portrait of a lady (Ritratto di signora, 1881), James affronta l'ingenua ma lucida psicologia di una giovane americana che, spinta dalla sete di autenticità, si lascia sedurre da un uomo ambiguo e calcolatore, rinunciando alle più quiete e modeste attrattive di un giovane innamorato. In una seconda fase, James si concentrò su personaggi e scene inglesi: The princess Casamassima (La principessa Casamassima, 1886) affronta il tema politico, colto nel delicato rapporto di amicizia fra un anarchico e una principessa; The bostonians (I bostoniani, 1886) rappresenta un curioso triangolo affettivo che aveva come posta il dominio spirituale su una giovane; l'ultima opera di questo periodo, The tragic muse (La musa tragica, 1890), romanzo sull'arte e sugli artisti in lotta con il mondo che li circonda, si rivelò un insuccesso.

Lo sperimentalismo della maturità

Dopo un tentativo fallito di scrivere per il teatro, James si convinse della necessità di infondere nelle sue opere maggiore energia narrativa: abbandonò i modelli del suo esordio (Turgenev, George Eliot, Balzac), impegnandosi in un'acuta e puntigliosa analisi dei mezzi tecnici e formali, documentata nelle varie prefazioni alle sue opere, raccolte e pubblicate postume: The art of novel: critical prefaces (Le prefazioni, 1934). Prova dell'avvenuta maturazione artistica fu il romanzo The spoils of Poynton (Le spoglie di Poynton, 1897). Sempre più convinto di dover proseguire le ricerca stilistica senza curarsi del pubblico, James scrisse uno dei suoi lavori migliori, What Maisie knew (Ciò che sapeva Maisie, 1897), rievocazione di un matrimonio fallito visto con gli occhi di una bambina. Seguirono il lungo racconto giocato sull'incubo e l'allucinazione The turn of the screw (Il giro di vite, 1898) e i romanzi The awkward age (L'età ingrata, 1899) e The sacred fount (La fonte sacra, 1901), nei quali approfondiva la tecnica della prospettiva narrativa legata a un personaggio (point of view), in contrapposizione a quella di tipo ottocentesco legata al narratore. Negli ultimi romanzi l'incertezza fra il realismo alla francese e il romance, storia fantastica sul modello dello scrittore americano N. Hawthorne, si risolse con il prevalere del secondo. Nei tre romanzi The wings of the dove (Le ali della colomba, 1902), The ambassadors (Gli ambasciatori, 1903), The golden bowl (La coppa dell'oro, 1904) riprese il tema della scena internazionale, ma affrontato con una visione più matura e uno stile più raffinato. James affermò che "l'unica ragione dell'esistenza del romanzo è il suo tentativo di rappresentare la vita" e se nei suoi romanzi si coglie un'attenta osservazione della vita sociale, ancora più accurata è l'analisi della vita psicologica degli individui. A differenza dei narratori ottocenteschi, egli ridusse al minimo i commenti del narratore in modo che i personaggi fossero il più possibile indipendenti. Per raggiungere questo obiettivo egli diede ampio spazio al dialogo, lasciando che i personaggi parlassero di sé come in contatto diretto con il lettore.