Il romanzo tra fine Ottocento e primo Novecento

La scuola naturalistica

Se si eccettuano le figure più complesse di Henry James e Joseph Conrad, la prosa inglese di inizio Novecento fu ancora dominata dalla tendenza verso il naturalismo. Tre autori furono in questo senso particolarmente rappresentativi: H.G. Wells, J. Galsworthy e A. Bennet, romanzieri che Virginia Woolf definì "materialisti", in quanto si soffermavano sulla descrizione materiale e superficiale della vita della società, senza mai approfondire le realtà della coscienza, difficili da cogliere ma necessarie per raggiungere l'essenza dell'uomo.

Herbert George Wells

Herbert George Wells (1866-1946), nato a Bromley, nel Kent, fu uomo profondamente attento ai problemi politici e sociali del suo tempo e autore assai prolifico, che diede vita a fantasie narrative di vario genere nelle quali esaminava le prospettive future dell'umanità e affrontava in modo personale temi d'attualità. Dopo essersi laureato al Royal College, Wells scrisse più di cinquanta romanzi. Un primo gruppo comprende delle storie d'avventura alla Jules Verne, ma di maggior valore artistico (The time machine, La macchina del tempo, 1895; The invisible man, L'uomo invisibile, 1897; The war of the worlds, La guerra dei mondi, 1898; The first men in the moon, I primi uomini sulla luna, 1901). Un secondo gruppo comprende romanzi comici (Love and Mr. Lewisham, L'amore e il signor Lewisham, 1900; Kipps, 1905; The history of Mr. Polly, La storia di Mr. Polly, 1910). Infine, in una serie di romanzi-saggio affrontò alcuni problemi scottanti della società: Ann Veronica (1909), The research magnificent (La ricerca magnifica, 1915), The world of William Clissold (Il mondo di William Clissold, 1926). Profondo conoscitore della biologia e della fisica, e sinceramente preoccupato dei possibili esiti dell'evoluzione, o della regressione, dei destini umani, imperniò su tali interessi la parte più originale della sua attività di narratore, elevando a piena dignità letteraria il genere del romanzo fantascientifico e preparando la strada alle utopie e alle antiutopie di A. Huxley e G. Orwell. Morì a Londra.

John Galsworthy

John Galsworthy (1867-1933) vide il romanzo come rappresentazione documentaristica della vita sociale. Nato a Coombe, nel Surrey, si laureò in legge a Oxford e durante un viaggio in Oriente conobbe J. Conrad. Il primo romanzo fu The island Pharisees (I farisei dell'isola, 1904), a cui seguì nel 1906 The man of property (Il possidente), primo volume della serie poi intitolata The Forsyte saga (La saga dei Forsyte). Questo popolarissimo ciclo di romanzi, comprendente anche In chancery (In tribunale, 1920), Awakenings (Risvegli, 1920) e To let (Da affittare, 1921), narra l'evoluzione economica, sociale e psicologica di una famiglia dell'alta borghesia vittoriana ed è incentrata sul personaggio di Soames Forsyte, proprietario terriero egoista e avaro. Modelli letterari di Galsworthy furono Turgenev e Flaubert, come appariva anche nella serie che seguì, A modern comedy (Una commedia moderna, 1924-28). A Ibsen si ispiravano invece le opere teatrali Strife (Lotta, 1909), Loyalties (Lealtà, 1922), Escape (Fuga, 1926). Nel 1932 venne insignito del premio Nobel per la letteratura.

Arnold Bennett

Arnold Bennett (1867-1931), seguace dei naturalisti francesi, descrisse nelle sue opere la tipica società piccolo-borghese delle aree industriali (Anna of the five towns, Anna delle cinque città, 1902; The old wives' tale, Il racconto delle vecchie mogli, 1908; Riceyman steps, Scalinata Riceyman, 1923). Scrisse anche saggi e lavori teatrali, fra cui la commedia The great adventure (La grande avventura, 1913).