Il romanzo moderno

Henry Fielding

Henry Fielding (1707-1754) fu anch'egli autore fra i più significativi del Settecento inglese; i suoi romanzi permeati di satira e umorismo, nei quali la vivacità dei dialoghi e gli straordinari intrecci scenici richiamano la scrittura teatrale (della quale peraltro egli fece esperienza), sono vere e proprie epiche ironiche.

 

La vita

Nacque a Sharpharm Park, nel Somersetshire, da famiglia aristocratica. Studiò a Eton, dove si distinse nella conoscenza dei classici greci e latini, e nell'università olandese di Leida. Per motivi economici fu costretto a interrompere gli studi e a tornare a Londra. Fra il 1728 e il 1737 compose un buon numero di commedie e farse, tra le quali sono particolarmente famose una parodia della tragedia eroica The tragedy of tragedies; or, the life and death of Tom Thumb the great (La tragedia delle tragedie; o vita e morte di Tom Thumb il grande, 1730) e la satira politica Pasquin (1736). Nel 1737 decise di completare gli studi di legge e, mentre lavorava come giornalista, divenne avvocato. Fondò e pubblicò quattro giornali di argomenti vari (i più famosi, "The Covent-Garden Journal", 1752 e "The Champion; or British Mercury", 1739-41). Dopo la pubblicazione dei romanzi, nel 1748 fu ammesso a esercitare la professione di giudice. Continuò a dirigere vari giornali, finché la salute malferma lo costrinse a cercare un clima migliore. Si recò a Lisbona nel giugno 1754, ma vi morì pochi mesi dopo. Nel 1755 venne pubblicato postumo il Journal of a voyage to Lisbon (Diario di un viaggio a Lisbona), a cui egli aveva affidato le sue impressioni ed esperienze di vita.

 

I romanzi satirici

Nel 1742 Fielding pubblicò il suo primo vero romanzo: The history of the adventures of Joseph Andrews and his friend Henry Adams (La storia delle avventure di Joseph Andrews e del suo amico Henry Adams). Nell'opera, aperta parodia del romanzo di Richardson, Fielding dava voce al turbamento espresso da molti lettori di Pamela di fronte alle implicazioni morali derivanti dal fatto che la castità della protagonista fosse finalizzata al matrimonio e alle sue garanzie sociali e finanziarie. Fielding crea il suo protagonista Joseph, come immaginario fratello di Pamela, bello e dotato di ogni virtù, servo in casa di Lady Booby, zia del signor B., per poter ironizzare sul mondo morale di Richardson. Il parroco Adams è un letterato distratto, oberato da una famiglia numerosa, convinto della bontà innata degli uomini e continuamente trascinato in situazioni grottesche. Anche Fielding, tuttavia, scrisse a suo modo una storia morale, in quanto egli analizza le ambiguità dell'innocenza e i pericoli del conformismo facendo propria la lezione di Swift e del suo elemento eroicomico per smascherare le finzioni e la lezione del Don Chisciotte di Cervantes, con il suo rapporto fra purezza interiore e ridicolo esteriore.

Più amaramente satirico è il romanzo The history of the life of the late Mr. Jonathan Wild the great (Storia della vita di Jonathan Wild il grande, 1743), storia di un famoso malfattore, con la quale lo scrittore pensava di mettere alla berlina il primo ministro Walpole, ma che divenne satira contro i furfanti in genere, siano essi piccoli uomini oppure grandi della storia. L'ultimo romanzo di Fielding, Amelia (1751), risulta completamente diverso e meno vitale di quelli precedenti: l'autore vi approfondisce la psicologia dei personaggi e accentua la denuncia dei mali della società del tempo.

 

"Tom Jones"

Nel 1749 Fielding scrisse il proprio capolavoro, The history of Tom Jones, a foundling (Storia di Tom Jones, un trovatello), un'epica comica in prosa (come egli stesso definisce la sua narrativa nella prefazione a Joseph Andrews), in cui solidi valori morali e pungente spirito satirico si fondono in una trama complessa e ingegnosa. Mentre Joseph Andrews era casto e dotato di ogni virtù, Tom Jones è un giovanotto appassionato, votato agli istinti naturali, generoso, allegro e di buon carattere; innamorato di Sofia, non disdegna le altre donne, viene gettato in prigione, ma alla fine si scopre erede del vecchio zio, a danno di un perfido cugino. Un tale eroe, realisticamente concepito come un insieme di bene e male, permette a Fielding di rendere molto meglio la varietà e la complessità morale del mondo: egli si ribella all'equazione virtù-rispettabilità esteriore, o a quella tipicamente puritana che identifica moralità e repressione sessuale. Questa epica ironica è forse priva dell'approfondimento psicologico di Richardson, ma è comunque un'opera straordinaria per vitalità, perfezione della trama, aderenza dei personaggi alle situazioni e al motivo morale del romanzo e per l'uso dell'elemento comico.