John Milton

Il ritorno alla poesia e i capolavori

Nell'ultima fase (1660-1674), dopo il ritiro dalla vita politica, Milton si dedicò totalmente alla poesia. Furono gli anni di composizione dei suoi capolavori: Paradise lost (Il Paradiso perduto), Paradise regained (Il Paradiso riconquistato) e Samson agonistes (Sansone agonista).

"Il Paradiso perduto"

Il Paradiso perduto è un poema eroico in blank verse (il "verso eroico inglese senza rima", come egli stesso lo definì), finito nel 1663 o 1665 e pubblicato prima in dieci libri (1667) e poi in dodici (1674). Risultato di una lunga riflessione iniziata già al tempo del viaggio in Italia, l'opera è un'epica inglese rinascimentale e protestante, che riprende e reinterpreta i poemi di Omero, Virgilio, Dante e Spenser (con la sua Regina delle fate) che l'hanno preceduta. Il poema si riferisce al libro biblico della Genesi e racconta liberamente la storia della cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden; esso vuol essere una rappresentazione poetica del peccato originale dell'uomo con l'obiettivo di chiarire alcuni paradossi della condizione umana. Due sono i drammi narrati da Milton: quello divino della caduta degli angeli e quello umano della caduta di Adamo ed Eva.

I primi due libri sono dominati dalla figura centrale di Satana e dalla sua ribellione a Dio, una ribellione che l'abilità di Milton fa apparire quasi eroica per la seduzione del male, che si presenta sempre come accettabile. Satana risulta così personaggio affascinante per grandiosità e splendore: la sua ribellione è l'affermazione di uno smisurato orgoglio che gli fa dire "è meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso". Si direbbe un nuovo Prometeo, in cui Milton avrebbe quasi rappresentato se stesso, l'indipendenza irrequieta del suo pensiero. Nel narrare la caduta di Adamo ed Eva dalla condizione ideale nell'imperfezione della condizione umana, il poeta illustra come la conoscenza del bene e del male non sia né accidentale né felice. Adamo non ha un destino eroico: attraverso la corruzione sua e di Eva, e quindi di tutta l'umanità, si arriva a capire la lotta spirituale per riconquistare la giustizia e l'equilibrio del Paradiso. Il tema del poema appare dunque l'obbedienza all'ordine creativo imposto da Dio; il volere divino è impresso nell'armonia della natura e il disastro della caduta è non solo morale ma anche ecologico. La saggezza finale di Adamo non è determinata dal saper distinguere fra bene e male, ma dalla volontà di obbedire e di amare l'unico Dio. Come gli insegna l'arcangelo Michele, una giusta combinazione di fede e opere buone gli permetterà di raggiungere "un paradiso dentro di sé". Il Paradiso perduto afferma le virtù della pazienza non della passività, di una conoscenza illuminata non di un'ignoranza sottomessa e la fondamentale giustizia dell'"eterna provvidenza" di Dio.

Lo stile

Dal punto di vista stilistico l'opera è caratterizzata da una severa ispirazione biblica, da un linguaggio elevato, musicale, talvolta magniloquente, sul modello essenziale del latino e sui precetti del poema eroico sviluppati da Tasso. Egli fa del blank verse una sorta di verso libero, che si apre nelle ampie volute di un discorso teso verso l'infinito e l'assoluto. Predomina la qualità musicale dell'immaginazione su quella visiva: Milton preferisce offrire descrizioni vaghe, favorendo in tal modo un'impressione più generale. Se l'Inferno dantesco è fisicamente ben presente con i suoi gironi e i suoi dannati, quello di Milton appare come un enorme golfo nel Caos, un abisso avvolto dalle tenebre, senza perdere nulla della propria intensità espressiva; anzi, questa risulta intensificata proprio dal contrasto luce-oscurità e dalla grandezza che, rifuggendo ogni particolare, offre un'impressione di spazio sconfinato e di profondità insondabili.

Le ultime opere

Paradise regained (Il Paradiso riconquistato) e Samson agonistes (Sansone agonista) furono pubblicati in un solo volume nel 1671. Il primo è un poema in quattro libri che tratta di un solo aspetto della storia cristiana: la tentazione di Cristo nel deserto, quasi una ripetizione della prima caduta di Adamo ed Eva con la differenza che qui Cristo non cede. Seguendo la tradizione cristiana, Milton vede in questo episodio una liberazione dalle conseguenze del peccato originale, in quanto il trionfo di Cristo, più uomo che figlio di Dio, rappresenta la redenzione del genere umano.

Samson agonistes è una tragedia (per Milton "la più grave, la più morale e la più utile fra tutte le forme di poesia"), ispirata al modello di Sofocle ed Eschilo, che ha per tema l'episodio di Sansone e dei filistei, narrato nel libro biblico dei Giudici. Il Sansone che resiste alle tentazioni dei diversi personaggi, in un processo di riacquisizione della propria serenità spirituale, non è molto lontano dallo stesso Milton, accecato, chiuso nella solitudine e tormentato dal crollo dei propri ideali, ma consapevole della necessità di avere fede nella volontà divina.

Il giudizio critico e la fortuna

La comune tensione ideale, religiosa e politica ha fatto spesso associare la figura di Milton a quella di Dante. La sua consacrazione tra i grandi letterati inglesi è però avvenuta con difficoltà: poco apprezzato nel Settecento, egli fu rivalutato nell'Ottocento, quando Byron e i romantici inglesi, sensibili al fascino del demoniaco, fecero ambiguamente del Satana miltoniano il prototipo della ribellione umana. Da allora, la fama di Milton non è stata più messa in discussione, con l'eccezione della celebre stroncatura di T.S. Eliot, che lo definì "poeta delle sonorità verbali, della parola enfatizzata e rimbombante ".