Il romanzo vittoriano e Charles Dickens

William Makepeace Thackeray

William Makepeace Thackeray (1811-1863), figlio di un impiegato della Compagnia delle Indie Occidentali, nacque a Calcutta ma, rimasto orfano di padre a soli quattro anni, venne affidato ad alcuni parenti e compì gli studi in Inghilterra. Benché studente brillante, lasciò Cambridge nel 1830 senza laurearsi; gli anni solitari e lontani dalla madre segnarono la sua adolescenza e la sua visione del mondo. Nel 1830 si recò in Germania per studiare la lingua e la letteratura tedesca e vi incontrò Goethe. Compiuti i ventun anni ed entrato in possesso dell'eredità paterna, tornò a Londra, dove intraprese studi giuridici, che abbandonò nel 1833. Perse poi al gioco o per speculazioni sbagliate quasi tutta la sua fortuna. Si trasferì a Parigi, dove studiò disegno e pittura, si sposò e fece il giornalista corrispondente di "The Constitutional". Ritornato in patria, scrisse per il "Times", il "Morning Chronicle", il "Frazer's Magazine" e il "Punch", a cui collaborò dal 1842 al 1854 pubblicando diversi articoli, poi raccolti e da lui stesso illustrati nel The book of snobs (Libro degli snob, 1848). Nel libro Thackeray voleva colpire l'atteggiamento, diffuso nella società vittoriana, di fingersi appartenenti a una condizione sociale più elevata e il tentativo della middle class meno abbiente di imitare i più ricchi. Il suo primo romanzo, dopo una serie di racconti, The luck of Barry Lyndon (La fortuna di Barry Lyndon, 1844), apparve a puntate sul "Frazer's Magazine" ed è imperniato sulle avventure di un furfante romantico, ispirato al personaggio di Jonathan Wild di H. Fielding.

Il vero primo grande successo, e il suo capolavoro, fu Vanity fair (La fiera delle vanità), pubblicato a puntate mensili tra il 1847 e il 1848. Il romanzo offre un ritratto dell'alta borghesia del tempo vista attraverso la contrapposizione di due personaggi femminili. Beckie, ragazza astuta e bugiarda, figlia di un ubriacone e di una ballerina francese, abile arrampicatrice sociale, impara presto a sfruttare il prossimo per ottenerne favori e dopo avventure e intrighi riesce a farsi strada nell'alta società parigina e londinese e a ottenere rispettabilità. Amelia, invece, virtuosa e ingenua, vittima della sua bontà e generosità, trascorre una vita di umiliazioni e miseria e trova un po' di serenità solo con il secondo matrimonio. L'apparente ammirazione di Thackeray per la furberia viene vista come un tentativo di presentare la realtà quale essa è, senza falsi pudori, cioè quella di un mondo in cui i più ingenui soccombono. Il realismo di Thackeray rimane sempre come "paralizzato" dalle convenzioni e dalle reticenze dell'epoca; egli fustiga, ma mai fino in fondo, la società alla quale appartiene, rimanendo saldamente legato alla morale corrente.

Vanity fair fu seguito in pochi anni dal romanzo The history of Pendennis (Storia di Pendennis, 1849-50), vasto affresco di vita contemporanea, e dal romanzo storico The history of Henry Esmond (La storia di H. Esmond, 1852), a cui seguirono The Newcomes (La famiglia Newcome, 1853-55) e The adventures of Philip (Le avventure di Philip, 1861-62), continuazioni rispettivamente di Pendennis e di Henry Esmond: creando un legame tra i suoi romanzi, Thackeray vuole darsi l'opportunità di presentare delle saghe familiari e delle ricostruzioni di periodi storici e situazioni sociali.

Gli ultimi romanzi, The virginians (I virginiani, 1857-59) e Denis Duval (1864, postumo), non riscossero il successo dei precedenti. Più interessanti furono i saggi su argomenti vari pubblicati (1860-63) sul "Cornhill Magazine", poi raccolti in un volume: The Roundabout papers (Del più e del meno). Thackeray fu anche un illustre conferenziere in Inghilterra e negli Stati Uniti (1852-56). Morì a Londra.