Thomas Hardy e il romanzo tardo vittoriano

Il romanzo alla fine del secolo

Negli ultimi vent'anni dell'Ottocento, dominati dalla narrativa di Meredith e Hardy, maturarono molti altri autori, rappresentativi della transizione fra il romanzo del periodo vittoriano e quello del secolo successivo. Difficile una classificazione della loro prosa, che toccò i generi e le tematiche più diversi: la satira (S. Butler), l'inquietudine religiosa (M. Rutherford), il realismo psicologico (G. Gissing), il naturalismo di derivazione francese venato di decadentismo (G. Moore), l'umorismo nell'osservazione del costume (J.K. Jerome), l'avventura (R.L. Stevenson), l'interpretazione sociologica nell'esaltazione dell'imperalismo britannico (J.R. Kipling).

Samuel Butler (1835-1902), figlio di un pastore anglicano, raggiunse la fama con il romanzo utopico Erewhon (1872), ambientato in un paese immaginario (il titolo è l'anagramma di "nowhere", in nessun luogo), che diventa occasione per una satira devastante (che ricorda Swift) contro l'inettitudine, l'ipocrisia e i capisaldi religiosi e scientifici del tempo. Anche il suo romanzo più famoso, The way of all flesh (Così muore la carne), scritto fra il 1873 e il 1885, ma pubblicato postumo nel 1903, è un feroce attacco alla società vittoriana, della quale denunciò il dispotismo familiare, la concezione ipocrita e crudele della religione, i metodi educativi spietati e ottusi, sostenendo la validità di un ideale di vita basato sull'indipendenza economica.

Mark Rutherford, pseudonimo di William Hale White (1831-1913), viene ricordato soprattutto per The autobiography of Mark Rutherford (Autobiografia di Mark Rutherford, 1881) e il suo seguito Mark Rutherford's deliverance (La liberazione di Mark Rutherford, 1885), esempi di romanzo vittoriano ispirato dall'inquietudine e dalla ricerca religiosa.

George Gissing (1857-1903) combinò l'influenza dei grandi romanzieri francesi e russi (da Flaubert e Zola a Dostoevskij e Turgenev) e della tradizione inglese, in particolare Dickens e Meredith: i suoi romanzi (Demos, 1886; The nether world, Il mondo degli inferi, 1889; New Grub Street, 1891) presentano elementi realistici e un'abile analisi psicologica. The private papers of Henry Ryecroft (Gli scritti inediti di Henry Ryecroft, 1903) è una raccolta di saggi e riflessioni, nella quale l'autore condensa la propria esperienza umana e artistica.

Anche George Moore (1852-1933), irlandese, critico d'arte, personalità complessa e non priva di contraddizioni, oltre al gustoso racconto Confessions of a young man (Confessioni di un giovane, 1888), pervaso da una certa sensibilità decadente, scrisse romanzi ispirati dal naturalismo francese: The mummer's wife (La moglie del mimo, 1885) e soprattutto il suo capolavoro, Esther Waters (1894), che narra la storia di una ragazza sedotta che deve sopportare moltissime difficoltà e umiliazioni per far crescere il figlio. Legati al contesto irlandese sono i racconti The untilled field (Il campo incolto, 1903) e il romanzo The lake (Il lago, 1905). Nell'ultima parte della sua vita, Moore si rivolse a una ricerca stilistica raffinata in romanzi incentrati sul dissidio fra aspirazione mistica e impulso edonistico (Heloise and Abelard, 1921). Le sue raccolte poetiche giovanili (Flowers of passion, I fiori della passione, 1878 e Pagan poems, Poesie pagane, 1881) risentivano dell'influsso di Baudelaire.

Uno degli umoristi più brillanti e popolari del suo tempo, e non solo, fu Jerome Klapka Jerome (1859-1927), insegnante, attore e giornalista, i cui libri furono tradotti in tutto il mondo (fra gli altri i celebri Idle thoughts of an idle fellow, Pensieri oziosi di un ozioso, 1886; Three men in a boat, Tre uomini in barca, 1889; Three men on the bummel, Tre uomini a zonzo, 1900).