La letteratura afroamericana

Si affermò negli stessi anni anche la letteratura delle minoranze etniche, a conferma dell'eterogeneità del panorama sociale e letterario americano: ogni etnia, dagli indiani ai neri ai messicani, riformulava o modellava la lingua americana secondo le inflessioni dei propri universi sociali o linguistici. Fra gli scrittori della cultura nera vanno ricordati Ralph Waldo Ellison (1914-1994), che ottenne grande notorietà con The invisible man (L'uomo invisibile, 1952), romanzo premiato con il National Book Award; Chester Himes (1909-1984), autore di forti romanzi sulla questione razziale e di una fortunata serie di romanzi polizieschi ambientati nel quartiere nero di Harlem, a New York.

James Baldwin (1924-1987) è figura centrale della cultura afroamericana, la cui opera saggistica e narrativa è tutta percorsa da una tensione drammatica nell'appassionata polemica contro il bianco oppressore e nell'acquiescenza del nero (Tell me how long the train's been gone, Dimmi da quanto è partito il treno, 1968).

Richard Wright

Richard Wright (1909-1960) è considerato il "padre" della letteratura di protesta nera. Entrò nel Partito comunista americano negli anni Trenta, ma ne uscì deluso nel 1942. Nel 1947 si trasferì a Parigi, dove conobbe J.-P. Sartre. Influenzato dapprima dal naturalismo, come appare evidente in Native son (Paura, 1940), il suo capolavoro, nelle opere successive approfondì le tematiche sottese alla condizione dei neri americani; apparvero così il volume di racconti Uncle Tom's children (I figli dello zio Tom, 1938) e il romanzo autobiografico Black boy (Ragazzo negro, 1945), che conobbe un vasto successo. Fu anche autore di un breve lavoro sulla letteratura afroamericana e di un volume in cui spiegò i motivi del suo distacco dal Partito comunista, I tried to be a communist (Ho tentato di essere comunista, 1942).