Seneca

Lo stile e la fortuna di Seneca

Lo stile di Seneca è affascinante e personalissimo, una delle creazioni più originali della letteratura latina. Il cambiamento del gusto, l'influsso dell'asianesimo delle scuole di declamazione portano il filosofo al rifiuto dell'architettura armoniosa e ordinata del complesso periodo ciceroniano. La sua è una prosa spezzettata dall'andamento paratattico, composta da frasi concise e incalzanti, spesso concluse da una sentenza, ciascuna dotata di autonomia espressiva, collegate da ripetizioni, da antitesi e parallelismi inconsueti, con la ricerca di espressioni e concetti inattesi. Seneca è un grande declamatore, che sa esplorare le varie sfaccettature dell'animo umano. I critici hanno parlato di stile drammatico, perché da una parte ricerca l'interiorità, dall'altra vuole comunicare al lettore il suo messaggio morale.

Seneca ebbe un immediato successo, alimentato da Quintiliano e rafforzato, nella tarda antichità, dal prestigio altissimo acquistato presso i cristiani. Dante nella Divina Commedia lo colloca nel Limbo, fra gli "spiriti magni". Le tragedie ebbero maggior fortuna nel corso del sec. XIV; dopo aver influenzato il teatro rinascimentale italiano, esse furono assunte a modello del teatro elisabettiano e da W. Shakespeare. Successivamente, il teatro classico francese, con J. Racine, P. Corneille e Voltaire, quello romantico tedesco e l'italiano, soprattutto con V. Alfieri, raccolsero la lezione di Seneca.