Agostino e i tardi prosatori latini

La vita

Aurelio Agostino nacque a Tagaste in Numidia (l'odierna Souk-Ahras in Algeria) il 13 novembre del 354, da una famiglia di modesta condizione. Il pade Patrizio era pagano (accostatosi al cristianesimo e battezzatosi solo negli ultimi anni della vita), decurione romano della città, e la madre Monica era una fervente cristiana. Dopo aver frequentato gli studi primari nella città natale e una scuola di grammatica nella vicina Madaura, dove apprese ad amare i grandi autori latini, a diciotto anni, con l'aiuto economico di un ricco amico di famiglia, entrò nella scuola di retorica di Cartagine. Qui frequentò il teatro, il circo e si legò a una giovane donna, di modeste condizioni, con la quale convisse per 12 anni e dalla quale ebbe un figlio, Adeodato. A 19 anni fu spinto allo studio della filosofia in seguito alla lettura dell'Hortensius di Cicerone. Iniziò così il suo lungo itinerario intellettuale. L'esortazione alla filosofia, che il dialogo ciceroniano oggi perduto conteneva, segnò l'inizio di una febbrile ricerca della verità che condusse Agostino alla lettura della Bibbia. Ma ne rimase deluso per alcune contraddizioni e per la forma che, come scrisse poi nelle Confessioni: "mi sembrò semplicemente indegna del confronto con la dignità ciceroniana". Aderì nel 374 all'eresia manichea, che gli sembrava risolvere il problema dell'origine del male. Infatti questa setta cristiana ipotizzava l'esistenza di una divinità del bene e di una del male. Il manicheismo lasciò una traccia permanente nel suo pensiero, dominato dalla categoria della dualità e dell'opposizione: materia e spirito, uomo carnale e uomo spirituale, Dio e uomo, eletti e dannati, città di Dio e città dell'uomo. La nota della scissione caratterizzò sempre drammaticamente il pensiero agostiniano. In questa prima fase della sua vita aprì una scuola di grammatica a Tagaste; nel 376 tornò a Cartagine per insegnarvi retorica.