La poesia cristiana

In sintesi

Prudenzio(Calagurris 348-? dopo il 405). Il più grande poeta latino cristiano esercita l'avvocatura e ricopre importanti cariche politiche sotto l'imperatore Teodosio. Compone tutte le opere negli ultimi anni della vita, dal 400 al 405. Scritti lirici: Cathemerinon, 12 inni per le preghiere della giornate e per le feste religiose; Peristephanon, 14 carmi in lode dei martiri, la sua opera più originale e artisticamente notevole. Opere didascaliche: Apotheosis, sulla Trinità e contro le eresie; Hamartigenia, sull'origine delo male; Psychomachia, poemetto allegorico; Contra Symmachum, contro la sopravvivenza del paganesimo. La sua è una poesia dotta, artisticamente elaborata e classicheggiante.
CommodianoCompone Instructiones, in cui attacca giudei e pagani e presenta una serie di consigli per i cristiani; Carmen apologeticum, in cui espone la dottrina della rivelazione e quella apocalittica. Il linguaggio è popolaresco, ma efficace.
Giovenco(Giliberri, IV secolo). Sacerdote, vissuto all'epoca di Costantino, traspone in esametri il Vangelo di Matteo, opera di scarso valore artistico, con un linguaggio modellato su quello di Virgilio.
Papa Damaso(Roma 305-Roma 384). Papa dal 366 al 384, scrive Epigrammi, una serie di epitaffi per le tombe dei martiri, dei santi e per i monumenti religiosi. Vi si riscontrano purezza linguistica, reminiscenze classiche, ma mediocre valore poetico.
Paolino di Nola(Burdigala 353-Nola 431). Dopo una brillante carriera politica, si converte al cristianesimo, diviene sacerdote e poi vescovo di Nola. Ci ha lasciato una trentina di carmi, tra i quali spiccano, per vivacità descrittiva, i 14 Carmina natalicia, in onore di San Felice. Del suo Epistolario ci sono pervenute 51 lettere, prolisse e ricche di artifici retorici.
Sedulio(IV secolo). Pubblica in Grecia il Carmen paschale, in 5 libri di esametri, sui miracoli dell'Antico e del Nuovo Testamento. Compone anche 2 inni religiosi entrati nella liturgia.
Sidonio Apollinare(Lione ca 430-Arverna ca 488). Diventa prefetto di Roma e poi vescovo di Arverna. Compone 24 Carmina classicheggianti e 9 libri di Epistole. La sua opera ha un valore letterario modesto.
Vittore(Marsiglia, V secolo). Compone in esametri una parafrasi della Genesi, il poemetto Alethìa, in 3 libri.
Draconzio(V secolo). Vive a Cartagine sotto i vandali. Scrive la raccolta Romùlea, di cui fanno parte gli epilli De raptu Helenae e Medea. Altre sue opere sono: Satisfactio ad Guntamundum, De laudibus Dei e la tragedia Orestes.