Plauto

Le commedie varroniane

Plauto fu un autore di grande successo ed è probabile che impresari con pochi scrupoli facessero passare come sue opere teatrali scritte da altri. Quando nel sec. I a.C. M. Terenzio Varrone affrontò con rigore il problema dell'autenticità, a Plauto erano attribuite ben 130 palliate. Il grammatico ne distinse un gruppo di 20 sicuramente autentiche, un altro di 19 incerte, altre 90 decisamente spurie. Le commedie autentiche, dette appunto Fabulae Varronianae, sono conservate, tranne la Vidularia (La commedia del baule) di cui sono rimasti solo frammenti; altre presentano qualche lacuna.

Amphitruo (Anfitrione). È definita nel prologo tragicommedia. Giove, innamorato di Alcmena moglie del re di Tebe, assume le sembianze del marito Anfitrione, che si trova lontano, e passa con lei, ignara, un notte d'amore. Lo aiuta Mercurio travestito da Sosia, il servo del sovrano. Il ritorno improvviso dei veri Anfitrione e Sosia innesca una serie di spassosi equivoci, che terminano quando il re degli dei annuncia ad Anfitrione che Alcmena ha partorito miracolosamente due gemelli, uno figlio del re, l'altro, Ercole, figlio di Giove.

Asinaria (La commedia degli asini). Argirippo è innamorato della cortigiana Filenio. Il padre Demeneto gli procura il denaro per riscattare la sua bella, sottraendo alla moglie, con l'assistenza di un astuto servo, il ricavato della vendita di alcuni asini. In compenso il vecchio libertino vorrebbe possedere a sua volta Filenio, ma viene scoperto e picchiato dalla moglie.

Aulularia (La commedia della pentola). Il vecchio avaro Euclione, ossessionato dalla paura di essere derubato di una pentola piena d'oro trovata in casa, vive con la figlia Fedra nella più grande miseria. La pentola finisce per sparire; sarà utilizzata dal giovane amoroso, con l'aiuto dello schiavo, per ottenere le nozze con l'amata Fedra, che è la figlia di Euclione.

Bàcchides (Le Bacchidi). Protagoniste della commedia, che ha un intreccio vivace e pieno di spassosi equivoci, sono due cortigiane gemelle e omonime, le Bacchidi. Mnesiloco e Pistoclero ne diventano gli amanti. I brillanti inganni del furbo schiavo Crisalo, ai danni del padre di Mnesiloco, procurano la somma necessaria per riscattare una delle sorelle dal soldato Clomaco.

Captivi (I prigionieri). È una commedia priva di personaggi femminili e dall'intreccio poco vivace. Filepolemo è catturato in guerra dagli Elei e il padre Egione vuole scambiarlo con due schiavi, un padrone e un servo, che ha appositamente acquistato. Trattenendo come ostaggio il padrone, invia in patria il servo Tindaro, per effettuare il riscatto. Ma i due si sono scambiati le parti. La commedia si conclude non solo con il ritorno di Filepolemo, ma anche con la scoperta che Tindaro è suo fratello, rapito da bambino.

Càsina (La sorteggiata). Padre e figlio ricorrono al sorteggio per possedere una trovatella, Càsina, cresciuta in casa. Prevale il padre che, per non farsi scoprire dalla moglie Cleostrata, fa sposare al suo intendente la fanciulla, per abusarne in seguito. Cleostrata scopre tutto e fa indossare gli abiti nuziali a uno scudiero che sostituisce Càsina. Il vecchio si trova così nel letto un maschio al posto della giovane. La vicenda si conclude con le nozze del figlio di Cleostrata con Càsina, riconosciuta come figlia di un vicino.

Cistellaria (La commedia della cesta). Prende il titolo da una cesta, in cui sono conservati alcuni giocattoli che permetteranno alla giovane Selenio, una trovatella allevata dalla cortigiana Melenide, di essere riconosciuta dai genitori e di poter così sposare il suo innamorato Alcesimarco, cui il padre aveva destinato un'altra ragazza.

Curculio (Il «gorgoglione», che è un verme del grano). Lo scaltro parassita Gorgoglione escogita tutta una serie di raggiri per procurare al proprio padroncino Fedromo i denari necessari per il riscatto della bella Planesio, posseduta da un lenone e già promessa a Terapontigono Platagidoro, un soldato sbruffone. Nell'inevitabile lieto fine i due innamorati si sposano perché si scopre che la giovane è nata libera.

Epìdicus (Epidico). L'astuto servo Epìdico mette in atto tutta una serie di inganni ai danni del padrone Perifane, per procurare al figlio di lui il denaro per acquistare due schiave di cui si è successivamente innamorato. Gli inganni sono scoperti, ma il riconoscimento di una delle schiave come figlia di Perifane salva Epìdico dall'inevitabile punizione e gli fa ottenere la libertà.

Menaechmi (I Menecmi). È la commedia degli equivoci provocati dalla somiglianza perfetta e dall'omonimia di due gemelli. A Epidamno giunge Menecmo II alla ricerca del fratello scomparso da bambino. Il continuo scambio di persona genera una serie di esilaranti equivoci che coinvolgono il cuoco, l'amante, il parassita, la moglie e il suocero di Menecmo I. Tutto si chiarisce quando i due gemelli, considerati ormai pazzi da tutti, si trovano finalmente insieme.

Mercator (Il mercante). La commedia è incentrata sulla rivalità in amore tra il padre Demifone e il figlio Carino per una bella schiava acquistata dal giovane in terre lontane con i suoi guadagni di mercante. Il vecchio ordisce un intrigo per possederla, mascherando le sue intenzioni sotto l'aspetto dell'amore paterno e coniugale, ma alla fine viene svergognato dalla moglie e la giovane schiava sarà restituita al figlio.

Miles gloriosus (Il soldato fanfarone). Pleusicle ama l'etera Filocomasio che Pirgopolinice, un soldato smargiasso, ha rapito portandola a Efeso. Nella città sbarca Pleusicle, che alloggia da Periplectomeno, un simpatico vecchietto, la cui casa confina con quella di Pirgopolinice. Un'apertura nella parete divisoria e la fertile fantasia dello schiavo Palestrione permettono a Filocomasio prima di vedere spesso Pleusicle e poi di ricongiungersi definitivamente con lui, mentre il soldato, ripetutamente ingannato, viene bastonato dai servi di Periplectomeno, nella cui casa si era introdotto per una avventura galante.

Mostellaria (La commedia del fantasma). Approfittando dell'assenza del padre, Filolachete ha riscattato l'etera Filematio con denaro preso a usura. Il genitore torna, mentre il figlio sta banchettando con la cortigiana e gli amici. Ma lo schiavo Tranione gli impedisce di entrare col pretesto che la casa è disabitata per la presenza di uno spettro, raccontandogli che Filolachete ne ha perciò acquistata un'altra, indebitandosi con un usuraio. L'inganno viene scoperto, ma tutti sono perdonati.

Persa (Il persiano). Lo schiavo Tossillo ha riscattato Lemniselene dal lenone Dordalo con il denaro prestatogli dallo schiavo Segaristione. Per rientrare in possesso della somma, Tossillo escogita un piano ai danni del lenone: Segaristione, travestito da persiano, finge di volergli vendere una bella schiava araba, che in effetti è la figlia del parassita Saturione. Il raggiro riesce: Dordalo sborsa il denaro per l'acquisto, ma Saturione si riprende la figlia e lo cita in tribunale per aver comperato una nata libera.

Poenulus (Il cartaginese). Agorastocle ordisce con il servo Milfione una trappola giudiziaria per ottenere l'amata Adelfasio, schiava del lenone Lica insieme con la sorella. L'arrivo del cartaginese Annone, che riconosce nelle sorelle le figlie rapite da bambine e in Agorastocle un nipote, permette ai due innamorati di sposarsi.

Psèudolus (Il mentitore). Protagonista di questa commedia, considerata uno dei capolavori di Plauto, è il furbissimo e spavaldo schiavo Pseudolo. Il lenone Ballione vende a un soldato, dietro versamento di una caparra, la cortigiana Fenicio, gettando nella disperazione Calidoro. I due innamorati potranno ricongiungersi e sposarsi per merito di Pseudolo, che ordisce una serie incredibile di inganni ai danni di Ballione, del messo del soldato venuto a saldare il debito e a prendere la fanciulla, e dello stesso padre del suo padroncino.

Rudens (La gomena). Due fanciulle, Palestra, di cui è innamorato Pleusippo, e Ampalisca, naufragate su una spiaggia presso Cirene, si rifugiano prima nel tempio di Venere, poi in casa dell'ateniese Demone per sfuggire al lenone Labrace. Demone riconosce in Palestra la figlia rapita da bambina, grazie ai ninnoli contenuti in un baule legato a una gomena. Un doppio matrimonio conclude la commedia.

Stichus (Stico). Due sorelle, Panegiri e Panfila, attendono fiduciose il ritorno dei loro mariti, partiti ormai da tre anni per commerciare, senza piegarsi alle insistenze del padre che cerca di indurle al divorzio. I mariti ritornano salvi e ricchi. La vicenda si conclude con lo schiavo Stico che banchetta con l'amico Sagarino.

Trinummus (Le tre monete). Callicle compera la casa dell'amico Carmide, messa in vendita in sua assenza dal figlio Lesbonico, perché l'amico gli ha rivelato che in essa è nascosto un tesoro. Lisitele chiede in moglie la sorella di Lesbonico e Callicle la fornisce di dote, fingendo però che essa provenga da Carmide, affinché Lesbonico non intuisca il segreto del tesoro. La vicenda si chiude con l'arrivo di Carmide e con il perdono del figlio.

Truculentus (Lo zoticone). La commedia prende il titolo dallo zotico schiavo Truculento, ma protagonista è l'astuta Fronesio, che sfrutta contemporaneamente tre amanti, Diniarco, Strabace e Stratofane.