Ovidio

La cronologia delle opere

La produzione poetica di Ovidio è molto vasta ed è giunta quasi completa. Si può ripartirla in quattro periodi: i primi due comprendono le elegie amorose, in distici elegiaci.

Del primo periodo giovanile (dal 25 al 13 a.C.), sono gli Amores (Amori), 49 elegie per un totale di quasi 4500 versi, dedicate a una donna chiamata Corinna, pubblicati in un primo tempo in 5 libri e, in una seconda edizione, in 3 libri. Sempre a questo periodo appartengono le Heroides o Epistulae (Eroidi), 21 lettere d'amore poetiche per circa 4000 versi, per la maggior parte di donne ai loro mariti o amanti.

Il secondo periodo, dal 13 a.C. al 3 d.C., comprende l'Ars amatoria (l'Arte di amare), carme didascalico sull'arte di conquistare le donne e gli uomini, in 3 libri di circa 2300 versi. Seguono i trattatelli Remedia amoris (I rimedi d'amore), dall' 1 a.C all' 1 d.C., appendice dell'opera precedente, che descrive i modi per liberarsi dall'amore, e i Medicamina faciei femineae (Medicamenti del volto femminile), di cui rimangono solo 50 distici, che tratta della cosmesi delle donne.

Del terzo periodo, dal 3 all'8 d.C., è il Metamorphoseon libri (Metamorfosi), poema in 15 libri per complessivi 12000 esametri, in cui vengono narrate circa 250 metamorfosi. Seguono i Fasti, poema dedicato a Germanico, che l'autore interruppe dopo 6 dei 12 libri previsti, uno per mese.

Nel quarto periodo, quello dell'esilio, Ovidio compone i Tristia (Tristezze), 50 elegie per complessivi 3500 versi ripartite in 5 libri, le Epistulae ex Ponto (Lettere dal Ponto), 46 composizioni indirizzate alla moglie e agli amici, in 4 libri, per un totale di 3200 versi, l'Ibis, poemetto di 322 distici, elenco di invettive e imprecazioni contro un nemico non meglio identificato, infine Halieutica, un poemetto didascalico di 35 esametri sulla pesca e sui pesci, l'ultima fatica del poeta, secondo Plinio il Vecchio.

Non sono pervenuti la tragedia Medea, il poema epico Gigantomachia, il poema astronomico Fenomeni e i carmi in morte di Augusto e in lode di Tiberio. Sicuramente spuri sono l'elegia Nux (La noce), i Priapea (Carmi priapei), 890 liriche in vari metri e la Consolatio ad Liviam (Consolazione a Livia), rivolta alla moglie di Augusto in occasione della morte di Druso.