Società e cultura sotto il principato di Augusto

La politica di Augusto

La battaglia di Azio (31 a.C.), con la sconfitta di Antonio, conclude la lunga fase delle guerre civili e consegna nelle mani di Ottaviano e delle sue legioni tutto l'impero romano. A eccezione della breve dittatura di Cesare, il regime di Augusto, sostanzialmente monarchico, rappresenta un fatto nuovo per i romani. Ottaviano vuole ottenerne il consenso presentandosi non solo come il restauratore della pace e dell'ordine, ma soprattutto come colui che fa risorgere le libertà repubblicane e ripristina quei valori morali tradizionali, la cui degenerazione aveva dato inizio alle lotte civili. Egli cerca così la legittimazione del nuovo regime nel passato, con il ritorno al mos maiorum, ai valori di una società formata da contadini e soldati. Augusto realizza varie iniziative per risollevare l'agricoltura depressa da anni di guerra, restituisce dignità alla famiglia e alle antiche cerimonie religiose che andavano scomparendo per l'arrivo di nuovi culti di origine orientale. È insomma un innovatore che vuole apparire conservatore, così nulla deve essere in contrasto con la tradizione.

Una blanda opposizione

La politica di pacificazione, il ritorno del benessere economico e della sicurezza dai nemici esterni hanno un ruolo importante per ottenere il consenso al regime. I nostalgici della repubblica manifestano una opposizione blanda anche perché Augusto rimane formalmente rispettoso della costituzione repubblicana: non abolisce le tradizionali magistrature sempre appannaggio dell'aristocrazia senatoria, nei confronti della quale, al contrario di Cesare, egli si mostra sempre deferente, tutelandone gli interessi. Tutto il potere però si concentra gradatamente nelle sue mani: l'imperium proconsolare maius lo pone a capo delle legioni, con la tribunicia potestas ottiene l'inviolabilità, la facoltà di convocare i comizi popolari e il diritto di veto, come princeps senatus e pontefice massimo diviene la personalità più importante della politica e della religione romana, il titolo di Augustus (da augere, accrescere) infine conferisce alla sua supremazia un carattere sacrale.