Società e cultura sotto il principato di Augusto

In sintesi

La politica culturale di Augusto: i circoli letterari

Augusto, anch'egli autore del Monumentum Ancyranum, un elenco delle sue imprese di pace e di guerra, si avvale di validissimi collaboratori cui affida la protezione delle arti e delle lettere e, implicitamente, il compito di avvicinare gli intellettuali al nuovo regime. In questo senso sono determinanti i circoli letterari di Mecenate (Arezzo ca 70 - Roma 8 a.C), il maggior collaboratore di Augusto, del quale entrano a far parte i maggiori poeti dell'età augustea (Virgilio, Orazio, Properzio); di Messalla Corvino (64 a.C. - 8 d.C.), che accoglie, fra gli altri, Tibullo, il giovane Ovidio, Ligdamo e la poetessa Sulpicia; di Asinio Pollione (Roma 76 a.C. - 4 d.C.), al quale si devono la prima biblioteca pubblica di Roma e l'introduzione delle recitationes, pubbliche letture di poesie.

Nel volgere di pochi anni si ha una serie irripetibile di capolavori, in cui la poesia è la dominatrice assoluta. Terminata la stagione drammatica, anche l'eloquenza decade. Sono di moda le declamationes e le recitationes.

Gli scrittori minori

Emilio Macro (m. 16 a.C.) è autore di tre poemetti didascalici, Theriaca, De herbis, Ornithogonia;

Albinovano Pedone (secc. I a.C. - I d.C.) scrive un poema storico sulla spedizione di Germanico;

Marco Manilio (secc. I a.C. - I d.C.) è autore del didascalico ed erudito Astronomica, in 5 libri;

Vario Rufo (n. 75 ca a.C.) autore della tragedia Thyestes, del Panegyricus Augusti e del poemetto De morte;

Pompeo Trogo (sec. I a.C.) scrive una storia universale, Historiae Philippicae, andata perduta, ma di cui esiste un compendio redatto da Giustino nel sec. III d.C;

Vitruvio (sec. I a.C.), architetto e ingegnere militare, compone De Architectura, importante trattato sulle metodologie e sui canoni architettonici romani;

Igino (60 a.C. - 10 d.C.) nativo della Spagna, è autore di un trattato di astronomia e 277 miti, successivamente attribuiti a un Igino del sec. III d.C.

Seneca il Vecchio (55 ca a.C. - 40 ca d.C.) scrive Oratorum et Rhetorum sententiae divisiones colores, sugli oratori e retori in 11 libri, di cui restano 5 di controversiae e 1 di suasoriae.