GLOSSARIO

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Menippèa

genere di satira risalente all'opera del polemista greco Menippo di Gadara (II secolo a.C.), praticato poi da Varrone. La menippèa è caratterizzata da mescolanze volutamente disarmoniche tra prosa e versi, comicità e serietà, realismo popolare e raffinate citazioni.

Metaforafigura retorica per cui un vocabolo o un'espressione vengono usati per intendere un concetto diverso da quello che di solito esprimono, ma con il quale hanno un rapporto di analogia. A differenza della similitudine, i termini fra i quali si coglie la somiglianza sono posti in relazione di identità. Per esempio "la sera della vita = la vecchiaia".
Metonìmia

figura retorica che consiste nel sostituire una parola con un'altra avente con la prima qualche tipo di relazione: causa-effetto, concreto-astratto, contenente-contenuto, autore-opera ecc. Per esempio: "vulnera dirigere" (Virgilio)= "lanciare ferite" per "lanciare dardi".

Metrica

(da métron, in greco = misura) insieme degli elementi (accenti, misure, rime ecc.) che presiedono alla composizione dei versi e alle loro varie combinazioni (strofe), in relazione a un contesto storico-letterario. Nella metrica quantitativa (per esempio la metrica classica) il verso è definito dal succedersi di sillabe brevi e lunghe mentre nella metrica ritmica (per esempio quella italiana) il criterio fondamentale è dato dal numero di sillabe (versi ottonari, endecasillabi ecc.) e dalla loro accentazione. Il diverso modo di organizzazione dei versi dà luogo a differenti tipi di componimenti poetici (canzoni, ballate, sonetti ecc.) e alle loro differenti parti ritmiche (terzine, ottave ecc.).

Metronella poesia greco-latina indica l'unità di misura di un verso; nella poesia moderna indica la struttura di un verso o di una strofa.
Mimo"imitazione" della vita di tutti i giorni: testo destinato alla scena, o anche alla lettura, che rappresenta personaggi e situazioni quotidiane.