Approfondimenti

Poesia statica, "smalto del nulla"

Poesie statiche

Staticità

è la profondità del saggio,

i figli e i figli dei figli

non lo toccano,

non possono turbarlo.

Professare opinioni,

agire,

arrivare e partire

sono il segno di un mondo

che non ha idee chiare.

Davanti alla mia finestra

– così dice il saggio –

c'è una valle

in cui si raccolgono le ombre,

due pioppi segnano la strada

tu sai – per dove.

Prospettivismo

è un'altra parola per la sua statica:

porre alcune linee,

continuarle

secondo legge di tralci –

sprizzare tralci –,

e stormi e corvi gettare

nel primo rosso di cieli di inverno,

e lasciar tutto cadere –

tu sai – per chi.

G. Benn, Poesie statiche, introduzione e traduzione di G. Baioni, Einaudi, Torino 1972, p. 121.

In questa continua osmosi di elementi della tradizione e di elementi moderni la poesia di Benn si manifesta nella sua natura di sublime eclettismo lirico. Poesia del montaggio e dell'interpolazione [...], l'opera benniana trasfigura la tragica eterogeneità dei suoi materiali e delle sue origini in una ossessionante ricerca del ritmo e della musicalità. Constatato lo scadimento della metafora romantica, chiarita, nella sua opera teorica, l'autonomia della parola da ogni funzione contenutistica e ideologica, Benn può sperare di cogliere la struttura statica dell'Essere solo nel movimento immanente di un testo che viva esclusivamente come pura emanazione di polisemantismi. [...] Il cinismo necrofilo, che così spesso si è rimproverato al giovane Benn, non era che il congedo, certo più disperato che sacrilego, di un poeta del Novecento dalla vecchia metafora romantica incapace ormai di redimersi, e di essere redenta, in una interpretazione significante del destino dell'uomo. La poesia non proviene da nessun significato, né rimanda ad alcun valore. Non c'è nulla prima e dopo di essa. Essa è l'oggetto che è. Questa è la sua staticità e questo è il suo nichilismo. Se la vita è un divenire per la morte, se l'esistenza null'altro è che l'inarrestabile entropia del Werden biologico, se il tempo è soltanto lo spazio finito di una congestione vitale, allora la poesia è questa durata finita di un tempo senza telos: la poesia è “la poesia assoluta, la poesia senza fede, la poesia senza speranza, la poesia fatta di parole che vengono messe insieme per affascinare”.

Giuliano Baioni, “Introduzione” a G. Benn, Poesie statiche, introduzione e traduzione di Giuliano Baioni, Einaudi, Torino 1972, pp. XXXIV-XXXV.