Scrittori durante la Repubblica di Weimar

La "Nuova oggettività"

Reagendo al soggettivismo e agli astratti furori dell'espressionismo, tra il 1923 e il 1930 sorse il movimento culturale detto “Nuova oggettività” (Neue Sachlichkeit), o neo-obiettivismo. Il termine venne introdotto nel 1925, in occasione di una mostra di pittura a Mannheim: gli artisti che esponevano vennero definiti “pittori fedeli alla positiva e palpabile realtà”. Carattere essenziale del movimento è l'esigenza di un ritorno alla realtà, di un'adesione concreta alla vita di tutti i giorni; al centro dell'attenzione viene posto l'uomo comune, il reduce, l'operaio, il cittadino soffocato nella città-alveare, con tutte le sue miserie e il suo qualunquismo. Questa svolta si compie in tutte le arti: quelle figurative (G. Grosz, O. Dix), la musica (P. Hindemith), l'architettura. In quanto alla letteratura, rientrano nella Nuova oggettività tutte quelle opere che si rifanno in qualche modo al naturalismo. Un primo gruppo di opere con caratteristiche comuni può essere individuato nella memorialistica di guerra (E. M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, 1929; E. Glaeser, Classe 1902, 1928; L. Renn, Guerra, 1928), ma anche nel romanzo La questione del sergente Grischa di A. Zweig (1927). Altre opere affrontano la vita caotica e la lotta per la sopravvivenza nelle grandi città; tra di esse: E adesso, pover'uomo? (1932) di H. Fallada. La storiografia aderisce allo spirito del movimento assumendo un atteggiamento demistificatorio nei confronti del passato: E. Ludwig sostiene, per esempio, nella biografia dedicata a Guglielmo II (1926) che la megalomania dell'imperatore sarebbe stata in realtà una reazione a una sua piccola malformazione, mentre in Wagner, ovvero i disincantati (1925) illustra le debolezze dell'uomo Wagner. Criticato dai cosiddetti “benpensanti” per la sua tendenza antiretorica e antieroica, il movimento venne spazzato via dal nazismo.

Kästner

Oppositore del nazismo, Erich Kästner (Dresda 1899 - Monaco 1974) pubblicò i suoi libri all'estero. Influenzato da Brecht, elaborò una posizione di acuto moralismo, che si ritrova nelle poesie di Farmacia domestica lirica del dottor Kästner (Doktor Kästners lyrische Hausapotheke,1936) e nella personalità del protagonista del suo maggiore romanzo Fabian. La storia di un moralista (Fabian. Die Geschichte eines Moralisten, 1931), lucido esempio di romanzo appunto della “Nuova oggettività”. Fortunatissimi furono i suoi libri per l'infanzia, tra cui Emilio e i detective (Emil und die Detektive, 1929). Interessante è l'autobiografia Quando ero bambino (Als ich ein kleiner Junge war, 1958).

Fallada

Hans Fallada, pseudonimo dello scrittore tedesco Rudolf Ditzen (Greifswald 1893 - Berlino 1947), non concluse gli studi ed esercitò diversi mestieri; lavorò come traduttore e giornalista. Alcolizzato, morì per abuso di sedativi. Dopo alcuni romanzi di carattere espressionistico, raggiunse la notorietà con Contadini, bonzi e bombe (Bauern, Bonzen und Bomben, 1931), romanzo di polemica sociale imperniato su una dimostrazione contadina, e soprattutto con E adesso, pover'uomo? (Kleiner Mann, was nun?, 1932), tradotto in molte lingue. Specchio fedele della grigia esistenza della piccola borghesia berlinese sullo sfondo della grande disoccupazione di massa al principio degli anni '30, la sua opera rifiuta di trarre conclusioni politiche, finendo con l'esaltare i legami famigliari. Politicamente impegnato è il romanzo Ognuno muore solo (Jeder stirbt für sich allein, 1947), imperniato sulla resistenza antinazista di un operaio e della moglie, da ultimo giustiziati. A sfondo autobiografico è la cruda vicenda del romanzo Il bevitore (Der Trinker, 1950, postumo). Il realismo semplice e il linguaggio volutamente quotidiano e cronistico caratterizzano l'intera narrativa di Fallada e sono alla base della fortuna che egli ottenne anche nella letteratura per bambini: si ricorda il romanzo Vecchio cuore va alla ventura (Altes Herz geht auf die Reise, 1936).

Frank

Leonhard Frank (Würzburg 1882 - Monaco 1961) aderì al movimento della Nuova oggettività, ma si sentì più vicino alla generazione espressionista. Si batté per la pace, per una società senza classi e contro il militarismo. Tra le sue opere: La banda dei briganti (Die Räuberbande, 1914) e le cinque novelle di L'uomo è buono (Der Mensch ist gut, 1917), tra cui, bellissima, La vedova di guerra (Die Kriegswitwe).

Kesten

Fedele ai canoni estetici della Nuova oggettività e a un radicalismo democratico, Hermann Kesten (Norimberga 1900 - New York 1984) criticò la società borghese in una serie di fortunati romanzi, tra cui Giuseppe cerca la sua libertà (Joseph sucht seine Freiheit, 1928), I ragazzi di Guernica (Die Kinder von Gernika, 1939) e Le avventure di un moralista (Die Abenteuer eines Moralisten, 1961). Fu anche saggista (Piacere di vivere, Lust am Leben, 1968) e poeta (Io sono quel che sono, Ich bin, der ich bin, 1974).